Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 23/05/2013, a pag. 17, l'articolo di Guido Olimpio dal titolo " L'Fbi lo interroga per la maratona. E resta ucciso".

Ibragim Todashev, complice dei terroristi di Boston
WASHINGTON — Le bombe di Boston e un triplice delitto irrisolto. È di questi dossier che Fbi e polizia volevano parlare con Ibragim Todashev, 28 anni, giovane ceceno residente a Orlando, Florida. E un team di investigatori ha raggiunto il suo appartamento vicino ai famosi Universal Studios. Durante il colloquio l'uomo — secondo una versione — ha ammesso il proprio coinvolgimento negli omicidi ed era pronto a firmare la confessione. Poi, però, le cose si sono messe male e Todashev, sempre secondo le autorità, ha cercato di aggredire gli agenti con un coltello. Rapida la reazione che non ha lasciato scampo al sospetto.
L'episodio ha avuto un lungo prologo. L'Fbi si è messa sulle tracce di Todashev e di altre persone che erano in contatto con Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev, i due terroristi autori dell'attentato del 15 aprile contro la maratona di Boston. Il ceceno aveva vissuto per un certo periodo in città ed era entrato in rapporti con Tamerlan con il quale condivideva la passione per le arti marziali. L'uomo non lavorava, ma viveva grazie al denaro ricevuto dall'assicurazione dopo un incidente piuttosto serio. Gli agenti sono risaliti al ceceno dopo aver messo «sotto» — come si dice in gergo — la cerchia di conoscenze dei due fratelli. E per settimane hanno seguito Todashev verificando anche le sue mosse precedenti. Secondo indiscrezioni il sospetto era stato in contatto con estremisti in Caucaso, uno di loro era noto forse anche a Tamerlan. Inoltre sette giorni prima dell'attacco aveva avuto un colloquio telefonico con l'attentatore via telefono o su Skype.
L'inchiesta sulle bombe si è presto allargata alla strage del 2011 nella zona di Boston. L'11 settembre di quell'anno tre giovani sono assassinati in modo truculento, sui cadaveri lasciano sigarette di marijuana. Tra le vittime c'è uno dei migliori amici di Tamerlan che, stranamente, non partecipa ai funerali e qualche settimana dopo lascia gli Usa per il famoso viaggio in Daghestan. Si pensa ad una storia di droga finita male, ma la polizia non riesce a trovare la soluzione. Dopo l'attentato si riapre il caso e, raccogliendo delle segnalazioni, gli investigatori «lavorano» su un possibile coinvolgimento di Tamerlan. La strada investigativa, però, li ha portati fino a Todashev.
Il ceceno, che ha un precedente per percosse, è interrogato a lungo insieme ad un amico con il quale condivide l'appartamento a Orlando. Fornisce delle risposte che non convincono. I poliziotti vogliono riascoltarlo. E il ceceno sembra avere un presentimento. Passa all'amico un numero dei suoi parenti da avvertire «nel caso succeda qualcosa», afferma che «lo vogliono incastrare», teme di essere arrestato. Almeno questo è ciò che sostiene. La storia si chiude in modo drammatico e inaspettato con la sua uccisione. Probabile una coda di polemiche.
Il caso di Orlando riporta in primo piano l'intera vicenda di Boston e i suoi misteri. La caccia ai complici locali dei Tsarnaev non ha mai distolto l'attenzione dalle probabili connessioni internazionali. L'Fbi, ma anche i russi, avrebbero raccolto mole di informazioni sulle amicizie islamiste intrecciate da Tamerlan durante il suo viaggio in Daghestan. Contatti che hanno completato il suo passaggio al progetto di Jihad.
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