Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Tunisia, salafiti sempre più potenti altro che 'primavera' e 'islam moderato'. Commento di Gian Micalessin
Testata: Il Giornale Data: 21 maggio 2013 Pagina: 15 Autore: Gian Micalessin Titolo: «Dopo la Primavera, ecco l’autunno del terrore»
Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 21/05/2013, a pag. 15, l'articolo di Gian Micalessin dal titolo "Dopo la Primavera, ecco l’autunno del terrore ".
Gian Micalessin
Amina Tyler
La chiamavano «primavera», ma le sue conseguenze minacciano ora di trascinare la Tunisia nell’autunno del terrore e della guerra civile. Un terrorismo antico, collegato a quell’attentato al comandante afghano Ahmad Shah Massoud che fu prologo dell’11 Settembre.Per capirlo basta ripercorrere la biografia dell’emiro Saif Allah Ben Hassine, capo e fondatore di Ansar Al Sharia, l’organizzazione salafita protagonista dei violenti scontri di domenica con le forze di sicurezza tunisine. Nel 2000 mentre combatte in Afghanistan l’emiro, oggi conosciuto come Abu Ayad, fonda il Gruppo Combattente Tunisino. Nell’estate del 2001 il gruppo recluta - attraverso la sua cellula di Bruxelles - Dahman Abdelsatar e Bouraoui El Waer, i due tunisini che avvicinano Massoud fingendosi giornalisti e lo uccidono con una bomba nascosta in una telecamera. Ma il gruppo ha legami anche con i fondamentalisti tunisini che usano la moschea di Milano come base operativa per il trasferimento dei militanti pronti a combattere in Afghanistan e in Iraq. La prima fase della carriera dell’emiro Abu Ayad si conclude nel 2003 quando viene arrestato in Turchia, estradato in Tunisia e condannato a 43 anni di galera. A farlo tornare in libertà ci pensa il governo guidato da Ennahda, il cosiddetto partito islamico moderato vincitore delle prime elezioni dopo la caduta di Ben Ali. L’amnistia del 2011 apre le porte del carcere a 1200 integralisti, ma rischia, oggi, di rivelarsi una maledizione. Almeno 300 di quei 1200 sono veterani dell’Afghanistan e dell’Iraq e non tardano molto a seguire Abu Ayad e a dar vita ad Ansar Sharia, un gruppo il cui nome suona in italiano come i «partigiani della Sharia». Per capire che non si tratti di un organizzazione propriamente pacifica basterebbe ascoltare i proclami di Abu Ayad. In un’intervista al Giornale del dicembre 2011 l’emiro difende apertamente la memoria di Osama Bin Laden e inneggia ad Al Qaida. Ma il governo di Ennahda preferisce non intervenire. La decisione d’agire arriva solo all’indomani dell’11 settembre del 2012. Quel giorno Ansar Al Sharia guida un assalto alla rappresentanza diplomatica statunitense di Tunisi e, nelle stesse ore, un organizzazione libica dallo stesso nome rivendica l’attacco al consolato di Bengasi costato la vita all’ambasciatore americano.Il mandato di cattura contro Abu Ayad, latitante da allora, non viene però seguito dallo scioglimento dell’organizzazione. E così il gruppo continua ad organizzare campi d’addestramento e a usare le proprie sedi come centro di smistamento per i volontari decisi a combattere in Siria. Solo domenica scorsa quando Al Sharia si prepara a riunire migliaia di militanti nella cittadina di Kairouan dove ha convocato il proprio congressoil primo ministro Ali Laraydeh si decide a definirla un organizzazione «non legale» e a vietarne il raduno. Per molti tunisini quella decisione arriva però con troppo ritardo. Grazie a due anni di tentennamenti Ansar Al Sharia ha avuto il tempo di crescere, armarsi e moltiplicarsi. Ed è ora pronta a trascinare la Tunisia nel baratro.
Per inviare la propria opinione al Giornale, cliccare sull'e-mail sottostante