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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Non c’è nulla di più equivoco della parola 'Pace' 19/05/2013

Su Shalom di Aprile 2013, a pag.12, con il titolo "Non c’è nulla di più equivoco della parola “Pace”  l'articolo di Angelo Pezzana

 E’ vero che la parola “pacifista” non gode più di molta fortuna, soprattutto a causa del comportamento di tanti che hanno provveduto a privarla del fascino che prima emanava.
Quanti pacifisti hanno partecipato a iniziative in sostegno di gruppi terroristi, rubricati come tali da Onu e Unione Europea ?
 Quanti hanno sfilato in manifestazioni nelle quali il comun denominatore fra i vari gruppi organizzatori era la violenza, non solo verbale, contro Israele e Usa, con rituale rogo di bandiere ?
Nel tempo, dichiararsi pacifisti è diventato imbarazzante, almeno per quelle persone che, in buona fede, sono convinte che per risolvere i problemi internazionali sia sufficiente schierarsi con la parte giudicata debole, poco importa se quella debolezza si esprime in forme aberranti di terrorismo contro innocenti popolazioni civili, colpevoli soltanto di vivere in paesi governati da regimi democratici invisi ai vari leader fondamentalisti islamici.
Caduta questa copertura, era diventato problematico sostituirla.
L’immagine della colomba, disegnata da Pablo Picasso su ordinazione del regime sovietico, per meglio nascondere la politica repressiva negli stati satelliti dell’Europa dell’Est finiti sotto il tallone comunista dopo la spartizione di Yalta, non era più proponibile perché non più commerciabile, persino i partiti comunisti in Europa occidentale facevano fatica a considerarla ancora un valido strumento di propaganda.
La grande idea fu quella di considerare ancora proponibile e con buone probabilità di successo, la parola che era alla radice di pacifista, cioè Pace, con la P maiuscola.
Chi sarebbe mai stato contro la Pace ? Nessuno ovviamente, a cominciare dalle varie religioni che hanno sempre attribuito alla parola Pace una valenza taumaturgica. Pace è giustizia, è amore, è dialogo, è accoglienza, è uguaglianza. E, soprattutto, è il contrario di guerra. C’è forse qualcuno che potrebbe mai dichiararsi in favore della guerra ? Ma quando mai ! Nessuno, nemmeno il più sanguinario dei dittatori ha mai svillaneggiato la Pace, certo, poi riducevano in schiavitù intere nazioni, ne sterminavano gli abitanti che non si adeguavano al nuovo regime, ma sempre in nome della Pace, poco importava se era quella dei cimiteri.
Chi osava opporsi a quel nome-simbolo ? L’idea era buona, e ha avuto successo. Un paese ne invadeva un altro ? Non per questo veniva portato davanti a un tribunale internazionale, ci finiva invece il paese che era intervenuto in soccorso del paese invaso, come dimostrano le disavventure americane ogni volta che gli Usa hanno risposto alle richieste di aiuto (Sud VietNam, Corea del Sud, Kuwait ecc.)
La parola magica si diffondeva con una rapidità fulminea, nascevano movimenti, associazioni, enti culturali, organizzazioni sindacali, nessuno che non avesse nella ragione costitutiva la parola Pace. Una parola capace di aprire tutte le porte, soprattutto quelle delle istituzioni pubbliche, sempre pronte a finanziare iniziative ” in favore dei più deboli”, il problema era soltanto come individuarle e convincerle della bontà della richiesta, non che prima fosse un serio impedimento, bastava una buona parola di qualcuno al posto giusto e i soldi comunque arrivavano.
Ma la parola Pace ha abbreviato le attese. Se nel nome dell’ente che richiede un finanziamento c’è la parola Pace, la strada sarà tutta in discesa.
Potrà persino verificarsi il caso che la Regione X finanzi un Centro Y che ha nella propria denominazione la parola Pace, senza alcuna verifica poi se i denari concessi saranno andati a finire in iniziative contrarie alla ragione sociale di chi li ha richiesti.
E’ un ragionamento difficile da capire ? Mica tanto, basta leggere il Rapporto Quer sui finanziamenti delle Istituzioni Pubbliche italiane, reperibile su www.informazionecorretta.com  per rendersene conto. Per questo il mio consiglio a chi avesse intenzione di creare in Italia dei –chiamiamoli così- “Centri con il nome di Qualcuno”, di aggiungere con la massima evidenza un bel “Per la Pace”, ci cascheranno le Istituzioni, che sganceranno felici fior di quattrini, e ci cascheranno pure, in buona fede, quelli che negli anni beati del PCI votavano per gli “Indipendenti di sinistra” convinti che lo fossero veramente.

 

Angelo Pezzana


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