Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/05/2013, a pag. 15, l'articolo di Viviana Mazza dal titolo " Il video dell'orrore e le accuse ai ribelli ".
Sulla Siria invitiamo a leggere l'analisi di Stefano Magni, pubblicata in altra pagina della rassegna
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=49176


Viviana Mazza, un fotogramma del video
L'ultimo atroce spettacolo che viene dalla Siria ha per protagonista un comandante dei ribelli di nome Abu Sakkar. In un video diffuso online, lo si vede estrarre col coltello un organo (si tratterebbe di un polmone) dal cadavere di un soldato di Bashar Assad. «Vi mangerò il cuore e il fegato!» dice, e lo addenta, minacciando tutti i militari e tutti gli alauiti (appartenenti alla religione del presidente).
Il filmato, visto già ad aprile dai reporter della rivista americana Time, che si sono detti restii a pubblicarlo finché non ne avessero appurato l'autenticità, è emerso domenica sera, diffuso da un gruppo di sostenitori di Assad, in un momento in cui i governi occidentali discutono se rafforzare l'appoggio ai ribelli e tentano un nuovo approccio diplomatico, tra notizie sull'uso di armi chimiche e sul rafforzarsi sul campo delle forze governative.
Per chi sostiene l'opposizione è difficile pensare a una immagine più paralizzante di quella di un capo militare ribelle (della nota brigata Farouq di Homs) ripreso in un atto così raccapricciante. Un'immagine che il leader militare dell'opposizione Salim Idris ha definito «inaccettabile», invitando però dapprima alla cautela sull'autenticità del video e arrabbiandosi con i giornalisti che denunciano gli abusi dei ribelli mentre «il regime massacra donne e bambini a coltellate».
Da sempre le due parti si accusano a vicenda di usare e manipolare le immagini cruente per condizionare l'opinione pubblica mondiale. Quando l'opposizione denunciò massacri come quelli di Houla, Hama, Tremseh, i funzionari e i media filoregime sottolinearono che coincidevano con incontri e visite Onu, e accusarono i ribelli di averli architettati. L'uso della violenza nella guerra dell'informazione non significa però necessariamente che le atrocità siano false. Il ribelle cannibale Abu Sakkar ha confermato ieri a Time le sue azioni, senza rimorso, nonostante lo choc internazionale: prima di mutilarlo, ha spiegato, aveva visto nel cellulare di quel soldato un video in cui seviziava una donna e le due figlie riprese nude.
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