Il commento di Astrit Sukni
Astrit Sukni
Sulle pagine della testata giornalistica al.maghrebiya.it, l'ex parlamentare PDL e giornalista Souad Sbai, lancia un appello al neo Ministro degli Interni, Angelino Alfano, affinché apra un'inchiesta sul jihadismo galoppante in Italia. Questo, a seguito di un pestaggio subito da un tunisino, Moez Chamkhi, a Pisa, da parte di suoi connazionali. Il Fronte Popolare Tunisino in Italia ha denunciato il fatto come atto di intimidazione da parte di estremisti islamici che hanno legami con gli islamisti in Tunisia.
Ho usato questa notizia per esprimere una mia - spero infondata (!) - preoccupazione, da quando il nuovo governo Letta ha preso forma con la nomina dei nuovi ministri. Tra i vari dicasteri che compongono il nuovo esecutivo, cioè i vari ministeri, vi è anche quello all'Integrazione guidato da Cécile Kyenge. Quello che mi preoccupa è la questione cittadinanza per effetto dello Ius Soli, diritto alla cittadinanza per nascita sul "suolo", sul territorio dello Stato italiano. Questa battaglia è portata avanti dal PD insieme al nuovo deputato PD italo-marocchino Khalid Chaouki, con la posizione che chi è nato sul suolo italiano debba veder riconosciuto il proprio DIRITTO alla cittadinanza.
Siamo pronti a questo passo importante? L'integrazione degli stranieri in Italia è compiuta? Gli stranieri che sono venuti qui in Italia, in particolar modo gli stranieri di origine araba, si sono integrati nella società italiana? Rispettano le leggi dello Stato? E' chiaro allo straniero che in uno Stato di diritto i doveri vanno di pari passo con i diritti? Perché sembra che allo straniero sia tutto dovuto in quanto tale. E se si fa notare allo straniero che una legge è da rispettare si rischia di passare per razzisti. In una buona parte degli straniere vige il vittimismo, il far sentire in colpa l'italiano per delle colpe chepuò non avere.
Lo sa il nuovo ministro all'Integrazione che la concessione della cittadinanza non è da sola la soluzione dei tanti problemi che affliggono il processo di integrazione degli stranieri? Il nuovo ministro è consapevole del fatto che anche le nuove generazioni faticano ad integrarsi nella società per colpa, anche, dei loro genitori che spesso li costringono a frequentare solo i loro connazionali?
Lo sa il nuovo ministro che il multiculturalismo ha fallito anche laddove si pensava fosse tutto più semplice, nei Paesi scandinavi e in Inghilterra?
Lo straniero che sceglie di vivere in un paese deve imparare a rispettarne le leggi e le usanze e non pretendere che tutto gli sia dovuto tutto e subito, a prescindere.
Le discriminazioni non vengono cancellate con la concessione della cittadinanza perché se uno è albanese, rimarrà albanese per sempre e se uno è nero, rimarrà nero per sempre. Non è il diritto alla cittadinanza che risolve i problemi, ma il corretto processo di integrazione che un individuo straniero deve percorrere prima con se stesso e poi con la società che lo circonda.