Vecchia terra nuova Theodor Herzl
A cura di Roberta Ascarelli
Bibliotheca Aretina Euro 20
In italiano non era mai stato tradotto eppure è un libro stupefacente, commovente tanto nel 1902 rendeva tangibile la visione della futura patria ebraica. "Se lo volete, non è una favola" recita il sottotitolo di Altneuland, ovvero Vecchia terra nuova il romanzo scritto da Theodor Herzl 6 anni dopo Der Judenstaat (Lo stato degli ebrei) il manifesto politico del sionismo: e le cose andarono davvero così, non era una favola. Fingendo il viaggio di un ebreo disilluso e sconfortato nella Palestina del 1923, Herzl immagina nel dettaglio le entusiasmanti realizzazioni degli ebrei finalmente immigrati in massa dall' antisemita Europa. Gettando alle ortiche gli stereotipi negativi sul sionismo, il suo creatore vede l' agricoltura risorta e l' industria intelligente, la rete stradale avveniristica, le scuole, le accademie, i teatri, i simposi, la considerazione centrale dedicata alla scienza, il cuore cooperativistico, l' ambizione ad essere "normali" come direbbe oggi Yehoshua. La descrive terra di giustizia e uguaglianza, di laicità, di apertura tra religioni. Troppo ottimista? Anche, ma la sua forza profetica è meravigliosa.
Susanna Nirenstein
La Repubblica