World Jewish Congress a Budapest
Commento di Karl Pfeifer
(Traduzione di Laura Camis de Fonseca)
Karl Pfeifer
Il Congresso Mondiale Ebraico è un evento di piagnoni, come sostiene il settimanale di sinistra ‘Magyar Narancs’ di Budapest ? Una associazione di piagnoni non radunerebbe 500 delegati a Budapest… Il Congresso Mondiale Ebraico controlla il governo d’Israele e degli USA come sostengono gli Ungheresi che credono alle teorie complottiste? Bisogna aver perso il senso della realtà per credere una cosa simile.
C’era stata discussione all’interno del Congresso Mondiale Ebraico sull’opportunità di tenere l'incontro a Budapest, ,a secondo me è stato chiaramente un successo.
La crescita di antisemitismo e razzismo in Ungheria sono stati posti all’attenzione dei media internazionali.
Delegati e giornalisti hanno ricevuto un rapporto di 20 pagine sugli episodi di antisemitismo in Ungheria nel 2012, che ben documenta la situazione.
Il discorso di Orbán sugli ungheresi e sul ‘popolo ebraico’ in Ungheria forse sarà piaciuto a un delegato conservatore israeliano, che mi ha detto in tono accusatorio:‘la vostra definizione di nazione è decisamente europea’.
Lo scorso autunno il primo ministro Orbàn definì la nazione ungherese come un gruppo etnico coeso, legato per sangue e per discendenza, più che per lingua a cultura: ‘Apparteniamo per nascita al mito del Turul (il falco, emblema nazionale),così come alla nostra storia e cultura’. http://hungarianspectrum.wordpress.com/2012/09/30/fighting-the-devil-viktor-orbans-speech-on-st-michaels-day/
E’ un’idea folle, dato che non esistono ungheresi etnicamente puri.
Ma serve a definire ‘Ebrei’ tutti coloro che non si riconoscono in quel mito fondatore pagano. Pochi giorni prima del Congresso il giornalista tedesco Keno Verseck intervistò János Lázár, il potente capo di gabinetto del primo ministro Viktor Orbán. “Lázár si dimostrò amareggiato (….) per le critiche internazionali all’Ungheria, soprattutto perchè ‘parte del mondo ci definisce tutti antisemiti’.
E’‘immorale’, sostenne il 38enne Lazàr, ‘rispondere alle nostre rivendicazioni politiche ed economiche con accuse di presunto antisemitismo’ http://www.spiegel.de/international/europe/jewish-world-congress-in-budapest-protests-hungarian-anti-semitism-a-897718.html
Lázár non potè poi nominare nessun politico o giornalista serio che accusasse tutti gli Ungheresi di antisemitismo. La sua protesta era soltanto una variante della teoria paranoide per cui gli unghresi sarebbero le eterne vittime di ingiusti pregiudizi.
E il suo lagnarsi delle ‘accuse di presunto antisemitismo’ è il tipico attacco difensivo, per cui parlare di antisemitismo è malafede disonesta.
Si legge nell’opuscolo "Anti-Semitic Incidents in Hungary 2012," distribuito al Congresso: "Il numero crescente di episodi di violenza fisica dimostra le conseguenze per ‘l’antisemitismo di strada’ dei discorsi antisemiti di Jobbik al parlamento ungherese e dei crimini commessi durante la Seconda Guerra Mondiale".
I media hanno documento nel 2012 molti casi in cui le persone sono state ferite in quanto ebree o presunte ebree. Destano inoltre serie preoccupazioni il proliferare di gruppi d’odio, discorsi che incitano alle violenza, dassalti durante dimostrazioni di massa neonaziste, e l’addestramento miltare di gruppi Skinhead estremisti.
Jobbik sta diventando un partito molto popolare fra i giovani, e la quantità di suoi simpatizzanti nel gruppo di età fra i 18 ed i 37 anni è in rapido aumento.
E’ un pericolo di lungo periodo per la democrazia e la tolleranza sociale. Giovani per lo più privi di prospettive sicure sono sempre più influenzati e radicalizzati da siti neonazisti come kuruc.info, che pubblica contenuti illegali, ma non è ancora stato oscurato dalle autorità.
Nel 2012 la comunità ebraica ungherese non è ancora stata totalmente emarginata. Alcuni membri però hanno iniziato ad emigrare, soprattutto nella vicina Austria. Benchè il governo abbia rinnovato l’impegno a offrire casa e sicurezza agli ebrei e alle altre minoranze, gli ebrei ungheresi assistono alla crescita degli episodi di antisemitismo documentati dai media, fra cui scritte sui muri, violazioni dei cimiteri, incitamenti all’odio in forum politici e sociali, offese verbali in rete, nonchè attacchi personali non denunciati pubblicamente. L’antisemitismo non è un problema degli ebrei, ma della società ungherese e del governo.
E’ chiaro che in Ungheria sempre più persone esprimono apertamente astio verso gli ebrei, a confronto di chi è indifferente o filosemita.
Questo rapporto è stato preparato proprio per evidenziare l’estensione dell’antisemitismo in Ungheria.
Quando il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder ha chiesto scusa a Orbán, dopo il Congresso, per non aver ricordato l’intervista da lui concessa a Eldad Beck del quotidiano israeliano Yedioth Achronoth, in cui prometteva di non formare nessuna coalizione con Jobbik, né di valersi del tacito consenso di Jobbik, i media di destra hanno cantato vittoria.
Ma l’affidabilità di queste promesse si vedrà se e quando Orban avrà bisogno del sostegno di Jobbik per mantenere il potere, alle elezioni del 2014 o più tardi.
Io personalmente le considero parte del suo solito “pávatánc”, il suo abile manovrare tortuosamente, sino ad ora con considerevole successo, per essere applaudito all’estero per il suo rifiuto dell’antisemitismo, mentre raccoglie il sostegno degli antisemiti veri e propri in Ungheria.