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Informazione Corretta Rassegna Stampa
10.05.2013 Amnesty Internazional giustifica l’uccisione dei 'coloni'
Commento di Giulio Meotti

Testata: Informazione Corretta
Data: 10 maggio 2013
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Amnesty Internazional giustifica l’uccisione dei 'coloni'»

Amnesty Internazional giustifica l’uccisione dei “coloni”
Commento di Giulio Meotti

(Traduzione di Yehudit Weisz)

http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/13259#.UYgd9olhic0 

Amnesy: la mancanza della 'T', ovvero quando la difesa dei diritti non è uguale per tutti


Evyatar Borovsky

Insignito del Premio Nobel per la Pace, Amnesty International sostiene di essere la “coscienza del mondo”. Ma la più famosa organizzazione umanitaria del mondo giustifica il terrorismo palestinese ed è guidato da persone che apertamente proclamano il diritto degli arabi a uccidere ebrei innocenti.

Questa è la risposta ufficiale di Amnesty per l’uccisione di Evyatar Borovsky in Samaria:  “Le autorità israeliane devono rimuovere immediatamente un nuovo avamposto istituito da coloni israeliani nel distretto di Nablus nella Cisgiordania occupata. Il nuovo avamposto è stato istituito in seguito all’uccisione di Evyatar Borovsky, un residente dell’illegale insediamento israeliano di Yitzhar. Borovsky, un civile che portava un’arma al momento dell’attacco, è stato accoltellato e ucciso da un palestinese che poi è stato ferito e arrestato dalle forze israeliane”.

Secondo Amnesty International, l’omicidio di Evyatar Borovsky non è un attacco terroristico, ma un’“uccisione”; l’israeliano viveva in un “insediamento illegale”, il che implica che fosse un criminale  e che più di chiunque altro meritasse la morte; Borovsky era anche armato, lasciando intendere ancora una volta che lui era una persona violenta e che l’arabo palestinese non è poi così colpevole.

Amnesty International sta sovvertendo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dopo la Shoah, perché i diritti umani degli israeliani sequestrati, massacrati e intimiditi,  sono stati sistematicamente ignorati.  Amnesty giustifica il terrorismo arabo palestinese.

Ann Harrison, vicedirettrice del programma di Amnesty International “Medio Oriente e Africa del Nord”, l’ha dichiarato chiaramente: “Noi deploriamo tutti gli attacchi  contro i civili, coloni compresi. Ma questa uccisione non deve essere utilizzata come pretesto per ulteriori violazioni dei diritti umani dei palestinesi ". “coloni compresi ”? Non dovrebbe essere lodata per questa frase?

Questi ebrei non sono cavie per  esperimenti crudeli, eppure sono trattati come tali da Amnesty International. Le loro vite sono state condannate a essere stravolte e il loro sangue non è nemmeno meritevole di compassione.

Amnesty sta dicendo che il sangue di coloro che vivono sul lato sbagliato di una linea immaginaria sulla carta geografica, non è rosso come quello che scorre nelle vene dei loro connazionali di Tel Aviv o di Nabi Saleh. Per Amnesty i “coloni” non sono nemmeno qualificati con l’aggettivo “ebrei”, mentre i palestinesi sono “residenti locali”. E’ più facile uccidere un intruso che un cittadino nativo.

Amnesty ha espurgato l’orrendo massacro di ebrei innocenti,  disumanizzando le vittime in quanto “coloni”, utilizzando questa parole  per attribuire al terrorismo una definizione più lieve. 

Nel rapporto di Amnesty International per il 2012, che analizza la situazione globale dei diritti umani, nel capitolo riguardante la Giudea e la Samaria,  Israele viene accusata di “tortura” e “crimini di guerra”. Secondo questi  princìpi  gli arabi palestinesi hanno il diritto di espellere gli ebrei da Giudea e Samaria.

Di recente Amnesty ha assunto Deborah Hyams come ricercatrice su “Israele, Territori palestinesi occupati e Autorità Palestinese”. La Hyams ha dichiarato che mentre non giustifica gli attentati suicidi, personalmente pensa però che “ siano una risposta all’occupazione.’”
In un altro caso  aveva difeso l’uso della violenza, affermando “l’occupazione è violenza ... e la conseguenza di questa azione si traduce in violenza”.

Durante la Prima Intifada, i terroristi dell’OLP e quelli del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) sono stati definiti da Amnesty come “prigionieri di coscienza”. Non a caso Amnesty ha sostenuto l’Intifada,  una rivolta terroristica di una popolazione ostile, allineata con organizzazioni e Paesi in guerra con Israele.

Amnesty non ha mai condannato le 81  sparatorie, i 5 attacchi con granate, i 651 attacchi con bombe Molotov, i 94 attentati, le 173 aggressioni con coltelli, mazze, asce, e i 299 casi di incendi dolosi contro i civili israeliani e i soldati durante i primi due anni dell’ Intifada.

Amnesty sta poi richiedendo la liberazione di terroristi riconosciuti colpevoli come Ahmad Sa’adat, Segretario Generale dell’ FPLP, condannato a 30 anni di carcere per la sua responsabilità in tutte le azioni svolte dalla sua organizzazione, in particolare per l’omicidio di Rehavam Zeevi.

Recentemente, ha definito anche Bassam Tamimi “prigioniero di coscienza” (la stessa definizione che Amnesty una volta aveva utilizzato per Nathan Sharansky e Andrey Sakharov). La pagina Facebook di Bassam Tamimi sostiene il terrorismo arabo palestinese e quanti hanno perpetrato omicidi efferati contro ebrei.  Tamimi è il leader delle proteste di Nabi Saleh. Un suo parente, Ahlam Tamimi, aveva fatto da scorta all’attentatore suicida alla pizzeria Sbarro a Gerusalemme, dove rimasero uccise quindici persone, otto delle quali minorenni.  Quando l’attentatore suicida si fece esplodere, il ristorante Sbarro aveva la sua consueta clientela di famiglie e di impiegati in pausa pranzo; c’erano bambini, adolescenti, madri con bebè nel passeggino, coppie di anziani. Un orologio sul muro si è fermato alle 14:04, l’istante dell’esplosione. Due passeggini si sono rovesciati sul pavimento tra vetri rotti, pozze di sangue, frammenti di tavoli, una sedia a rotelle carbonizzata, una borsa semiaperta con un piccolo orsacchiotto portafortuna. Sotto una coperta giaceva il torso di una donna senza gambe.

Amnesty International una volta si batteva a favore di Olga Ivinskaja, la poetessa russa, moglie di Boris Pasternak, e di altri coraggiosi prigionieri del Gulag. Da allora, Amnesty è diventata un’organizzazione disgustosa che assolve i criminali che uccidono gli ebrei.

Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. Informazione Corretta pubblica in lingua italiana - nella rubrica “Meotti International”- i suoi articoli scritti in inglese per le testate sopra citate.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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