ho letto in diversi articoli su IC e da alcuni commenti dei lettori delle denuncie per attacchi antisemiti o per critiche che vengono considerate antisemite sulla rete. La questione a mio avviso, al dilà dell'immagine e dall'idea che si può avere del conflitto israelo-palestinese, è molto complessa e l'approccio letto su IC (denunciare) è semplicistico e inefficace. Noi siamo abituati a pensare ai media tradizionali, con tutte le loro caratteristiche, come l'elemento centrale dell'informazione e del raggiungimento del consenso. Cio non è più vero da anni e le prove sono numerose. Oggi una fetta amplissima di cittadini si forma e si informa attraverso i processi interattivi della rete. Le caratteristiche di questo media sono radicalmente diversi da quelli tradizionali (radio, tv, giornali), soprattutto per due ragioni: La prima è che i media tradizionali sono unidirezionali (il fruitore si pone come contenitore che il media riempie con un contenuto) mentre la rete è interattiva (il fruitore sceglie tra una quantità infinita di contenuti, modifica il contenuto e lo ritrasmette a sua volta). La seconda è che i media tradizionali presuppongono, per raggiungere un gran numero di persone, investimenti multimilionari, la rete invece è a costo zero. Un lettore denuncia la qualità professionale da "national geographic" di un video di stormfront, ebbene per fare quel video, grazie a softwear sofisticati quanto economici, sono sufficienti tra i 5 e i 50 euro. Molti di questi video (e in genere dei contenuti autoprodotti su internet) vengono poi visti da centinaia di migliaia o milioni di persone, stessa audience di un programma tv che costa milioni di euro. Questo cambia radicalmente il concetto di comunicazione e, evidentemente, lo fa a svantaggio di israele che, sulla rete, è giudicato in termine enormemente più duri e negativi di quanto avvenga nei media tradizionali. Voi proponete denuncie, come nel caso del video di SF ma la domanda è: si possono denunciare decine di migliaia di cittadini che postano, commentano, elaborano e twittano video che assimilano il sionismo al nazismo e criticano israele? oltre che inattuabile ritengo che questo metodo sia inutile, in quanto non fermerebbe la marea inarrestabile di contenuti antiisraeliani ma contribuirebbe a rafforzare l'immagine degli ebrei come minoranza ostile e potentissima che mira a dominare la maggioranza attraverso il controllo dei media. La domanda piuttosto dovrebbe essere un'altra, ossia come mai Israele suscita, in quell'opinione pubblica europea giovane, colta, tecnologica e preparata, che domina la scena di internet, sentimenti non di simpatia e vicinanza ma di repulsione e condanna? Come mai cioè quei media che non possono essere comprati dai petroldollari e che sono l'essenza della democrazia condannano Israele nella stragrande maggioranza dei casi? credo ci sia molto su cui meditare. La mia opinone è che, al dilà di un processo comunicativo sbagliatissimo da parte dello stato ebraico, che parla più agli arabi che agli europei (e dunque mostra i muscoli soprattutto) ci siano alcune criticità che molti rifiutano di discutere che ormai hanno effetti devastanti sull'immagine di Israele, con in prospettiva effetti politici esplosivi.
Marina P.
Lei scrive:
1) Voi proponete denuncie, come nel caso del video di SF ma la domanda è: si possono denunciare decine di migliaia di cittadini che postano, commentano, elaborano e twittano video che assimilano il sionismo al nazismo e criticano israele?
Non siamo d'accordo, basta denunciare chi quei video che istigano all'odio li produce.
2) Oggi una fetta amplissima di cittadini si forma e si informa attraverso i processi interattivi della rete
Vero, milioni e milioni, migliaia di milioni, a scapito però della verifica delle informazioni che ricevono. Wikipedia ne è un esempio, chiunque può modificare un fatto storico, un profilo, una biografia, e questi milioni di 'navigatori' non più allenati a una lettura critica, si bevono tutto, solo perchè "è sulla rete". La società contemporanea ne è stata infettata oltre misura, se tutto è ' 'liquido', ciò significa la scomparsa di quella cultura nata sui libri e costata grandi sforzi per impadronirsene, sostituita - anche dal punto di vista del linguaggio, da una non-cultura diffusa nel dopoguerra soprattutto dalla televisione e, negli ultimi anni, dalla 'rete'.
3) Israele, come tutte le democrazie, deve affrontare un doppio pericolo, da un lato le dittature islamo-fasciste, dall'altro la perdita dei valori fondamentali alla base dei sistemi di libertà, sostituiti da nuove ideologie spacciate da comici e guitti. Per non fare nomi, pensiamo ai vari Beppe Grillo e Dario Fo, anche se la lista è molto più estesa.
4) E' vero che Israele deve affrontare terribili sfide sul campo dell'informazione, e che non è facile trovare giuste soluzioni per uscirne. Anche lei, nella sua lettera, però, non ne indica nessuna, tranne una pericolosa fiducia.. nella 'rete' !
IC redazione