Il fisico Stephen Hawking ha aderito alla campagna di boicottaggio contro Israele e non parteciperà alla quinta Conferenza Presidenziale di Gerusalemme a giugno, come riportato dal GUARDIAN giovedì scorso.
Invitiamo i lettori di IC a cliccare sul link sottostante per votare 'No' al sondaggio "Stephen Hawking ha fatto bene ad aderire al boicottaggio accademidco di Israele ?" indetto dal GUARDIAN
ttp://www.guardian.co.uk/commentisfree/poll/2013/may/08/stephen-hawking-boycott-israel?CMP=twt_gu
Ecco il commento di Giulio Meotti:
Stephen Hawking sarebbe sopravvissuto in uno Stato arabo ?
Commento di Giulio Meotti
(Traduzione di Mordi Hirsch)
http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/167837
Stephen Hawking
Stephen Hawking, lo scienziato famoso in tutto il mondo, malato del morbo di Gehrig e che vive su una sedia a rotelle, ha condiviso e sottoscritto il boicottaggio di Israele. L’ha dichiarato attraverso il sistema vocale computerizzato che gli permette di comunicare.
Il Prof.Hawking è sicuramente al corrente del fatto che i ricercatori dell’Università di Tel Aviv hanno messo a punto una nuova, rivoluzionaria tecnica per proteggere il cervello umano dalle degenerazioni neurovegetative come quella che lo ha colpito, e che alla Università Ben Gurion è stato scoperto un enzima in grado di distruggere il morbo di Gehrig nei topi.
Boicotterà il Prof.Hawking questa probabile cura della malattia che l’ha colpito ?
Ma c’è di più: il Prof:Hawking ritiene che sarebbe sopravvissuto in un qualunque Stato arabo o nell’Autorità Palestinese che così spudoratamente difende ?
Non sa che nel mondo arabo i disabili vengono classificati “ invisibili”, perché vengono tenuti segregati , nascosti affinchè nessuno li veda, mentre l’impegno di Israele verso le malattie meriterebbe da solo un intero libro per raccontarlo ?
Israele affronta a testa alta e con determinazione sbalorditiva situazioni sanitarie che provengono sia da cause naturali, come quelle conseguenti ad atti di terrorismo o guerre, che illustrano bene al mondo la lezione morale, al di là dei titoli dei giornali quando citano terroristi-suicidi e droni.
Nella mentalità comune, la parola “Israele” è diventata sinonimo di “paura”, ma per gente come Hawking, lo Stato ebraico è nella realtà il più importante laboratorio dove vengono trovate le cure per le malattie, grazie a un numero sorprendente di ricerche, scoperte, tecniche d’avanguardia per la cura di molte malattie, tra le quali cecità e paralisi, con il conseguente ritorno ad una vita normale. All’Università Ebraica di Gerusalemme gli scienziati hanno sviluppato la terapia “Exelon” per la cura dell’Alzheimer e delle lesioni cerebrali.
Al Weizmann Institute di Rehovot sono in fase di avanzato sviluppo nuove terapie riguardante la spina dorsale, l’attore Christopher Reeves aveva definito Israele come il “centro mondiale” della ricerca.
In Israele si vedono normalmente bambini con la sindrome “down” nei programmi televisivi, molti parchi pubblici sono attrezzati per disabili e un gruppo di bambini handicappati ha partecipato alla “Marcia dei Vivi” in Polonia. Eroi di guerra paraplegici sono protagonisti di molte serie televisive, mentre atleti disabili hanno molto successo, come il coraggioso nuotatore Keren Leibovitz.
Cinque guerre e molti attacchi terroristici, sin dalla fondazione di Israele nel 1948, hanno procurato migliaia di veterani disabili e civili sopravvissuti agli attacchi dei terroristi-suicidi. Gente che soffre di terribili incubi, per le ferite riportate. Eppure condividono la gioia israeliana di vivere, sono un microcosmo di quello spirito indistruttibile che molti in Occidente associamo al popolo di Israele.
C’è una immagine che spiega Israele più di molte parole, è la danza dei militari disabili dell’esercito. All’apertura delle celebrazioni dell’anniversario dell’Indipendenza di Israele, i soldati disabili danzano sulle loro sedie a rotelle, guidati da ragazzi che ballano con loro, si tengono per mano, si lasciano e si riprendono.
Con gioia, non c’è tristezza, i volti di questi soldati sono ad un tempo giovani e maturi. La loro sofferenza, il loro essere disabili, è parte di Israele, uno Stato che per più di mezzo secolo ha tragicamente condiviso vita e morte.
Uno dei più importanti geni anti-tumorali, per la cura di gran parte dei malati di cancro, è stato scoperto nel 1983 dagli scienziati del Weizmann Institute di Rehovot.
Un metodo di diagnosi non invasiva per rilevare il cancro al seno e alla prostata, è stato sviluppato dalla ricerca del Weizmann.
E’stato in Israele che è stata diagnosticata la malattia della “mucca pazza” bovina negli esseri umani con il gene di Creutzfeldt Jakob, con un test dell’urina invece della biopsia cerebrale.
E’lunga la lista delle invenzioni miracolose della medicina israeliana, dal sostegno metallico delle arterie coronarie per la prevenzione dell’infarto, al vaccino per la prevenzione del diabete infantile, fino alla scoperta del gene legato allo stress post-traumatico.
Il miracolo israeliano trova un luminoso esempio nel Prof.Reuven Feuerstein, il pioniere che ha dedicato la propria vita a combattere la syndrome “down”. Dichiarò che “ i cromosomi non avranno mai l’ultima parola”, aiutando chi soffriva di questa sindrome a raggiungere un livello di funzionalità che nessuno, fino ad allora, aveva mai ritenuto possibile. Il “metodo Feuerstein” è stato adottato in molti paesi europei.
Un altro esempio sono i 2.248 “ bambini di Chernobyl” trasportati in Israele per essere curati.
In Israele, i giovani con la sindrome “down” possono far richiesta di fare il servizio militare, come ha raccontato Moshe Gottlieb, che ho intervistato quando ho scritto “ E non smetteremo mai di danzare”. Moshe era conosciuto in Israele come il guaritore dei bambini “down”, uno che aiutava chi veniva considerato senza speranza.
Moshe venne ucciso mentre si recava, come ogni giorno, a visitare I suoi malati disabili, una delle diciannove vittime dell’attentato dei terroristi-suicidi del 18 giugno 2002.
Nel 1978 lasciò con la sua famiglia New York, dove aveva un lavoro molto ben remunerato in una fabbrica di pellicie, per venire a vivere a Gerusalemme, dove approfondì gli studi di medicina insieme a quelli della Torah. Fu proprio in un ospedale per malati cronici che incontrò la maggior parte dei suoi pazienti.
Ogni martedì, Moshe prendeva il bus per Bnei Brak, un povero sobborgo di Tel Aviv, abitato da religiosi, dove lavorava come volontario in un centro per bambini con la sindrome di Down. Aveva scelto il martedì, perché per la tradizione ebraica Dio l’aveva definito un giorno “due volte buono”, per cui uno è tenuto a glorificare doppiamente Dio.
Negli altri giorni, Gottlieb riceveva I pazienti nel suo studio. Molti erano casi disperati, disabili cronici. Il giovedì Moshe curava i malati al Tel Chai, fra questi una donna in stato vegetale da tredici anni, che lui seguiva con totale dedizione. Lavorava anche a Aleh, un centro per bambini disabili, e orfani, dove arrivava sempre carico di doni.
Nella società palestinese il disabile più famoso è stato Ahmed Yassin, il fondatore di Hamas e fanatico predicatore terrorista.
In Iraq, i terroristi usano donne disabili per gli attentati-suicidi.
E’ questa la storia del conflitto mediorientale e dell’ abisso morale che nessun boicottaggio riuscirà mai a colmare. E la cultura della morte contro il diritto di Israele alla vita.
A Gaza e Ramallah, Stephen Hawking sarebbe soltanto un altro scudo umano. In Israele, vivrebbe !
Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. Informazione Corretta pubblica in lingua italiana - nella rubrica “Meotti International”- i suoi articoli scritti in inglese per le testate sopra citate.