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Mario Mauro, ministro degli esteri 08/05/2013

Esistono forti parallelismi tra il neo Ministro della Difesa italiano Mario Mauro e il Segretario di Stato U.S. John Kerry: l'analoga miopia politica estera e l'essere superficiali in Dicasteri evidentemente di non loro pertinenza. Il richiamarsi agli organismi internazionali prima di fare qualcosa, da parte del nostro neo-Ministro, equivale a dirsi vuote parole; ciò ègrave quando si stanno superando tutte le "linee rosse", ed ogni giorno è  foriero di avvenimenti che richiedono fermezza e responsabilità (chiedere informazioni presso l'omologo collega israeliano Moshe Ya'alon).
Il richiamarsi ai soldati italiani in Libano equivale a domandarsi: che ci stanno a fare lì, dato che Khaled Meshal, alias Hamas, ed i suoi Hezbollah accumulano armi e polveriere (adoperadole contro gli abitanti della Galilea) davanti agli occhi dei nostri militari, i quali DEVONO far finta di niente contravvenendo così alle consegne ricevute dai succitati organismi internazionali?
E il richiamarsi al possibile infiammarsi del Medio Oriente pone, infine, la domanda: dove ha vissuto il nostro Ministro negli ultimi due anni? Quasi centomila morti nel mattatoio siriano, la voglia matta dell'Iran di costruirsi ordigni nucleari, gli scannamenti tribali fra Sunniti e Sciiti in tutta la regione degni di ugandese memoria, la salita al potere politico dei Talebani in Afghanistan (dolori veri per i nostri soldati abbandonati dagli statunitensi) rappresentano forse un quadro gelido? Sì,  come la morte...
Grazie ad "IC" per l'ospitalità ,

Stefano Riva - Bergamo


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