Su LETTURA/CORRIERE della SERA di oggi, 05/05/2013, a pag.12. con il titolo "Il Libro calabrese di Rashi", Daria Gorodisky sottolinea la presenza al prossimo Salone del Libro di Torino del primo testo stampato in ebraico nel 1475 in Italia del Pentateuco commentato da Rashi.


Un po' nascosto tra gli innumerevoli eventi del Salone del libro di Torino, domenica 19 verrà presentato il primo testo stampato in ebraico con l'indicazione di luogo, data e nome dello stampatore: Reggio Calabria, 18 febbraio 1475, Avraham ben Garton. Si tratta del prezioso Pentateuco commentato da Rabbi Shlomo Yitzhaki. Più noto con l'acronimo Rashi, Rabbi Shlomo ha analizzato e interpretato ogni parola dei libri sacri all'ebraismo e regalato alla civiltà — con linguaggio moderno — spiegazioni illuminanti; ammettendo, anche, che a volte esiste l'incomprensibile e l'inspiegabile. Della sua vita si tramandano molte leggende, ma di certo si sa che è nato in Francia, a Troyes, nel 1040 e che è morto nel 1105: chissà dov'è la sua tomba. Però la sua fama è rimasta viva, da mille anni i suoi commenti sono colonne portanti dell'ebraismo, base di studio per chiunque si avvicini a Torah e Talmud, fondamenta del pensiero giudaico per religiosi e laici, dentro e fuori le scuole rabbiniche. Ieri come oggi. Per Elie Wiesel è un faro, lo ripete in così tante delle sue opere: «Amo Rashi… Il suo commento — scrive il premio Nobel in Le storie dei saggi (Garzanti) — non è mai una conclusione ma un inizio, un eterno inizio». E un autore ancora più secolare come Daniel Mendelsohn lo sceglie come interlocutore intellettuale nella sua bellissima saga Gli scomparsi (Neri Pozza). Tornando al passato, è ovvio che Avraham ben Garton, appena appresa la nuova arte della stampa mobile, abbia deciso di diffondere il pensiero di colui che già da quattro secoli era indiscusso maestro. Ed ecco il Commentarius in Pentateuchum, che sarà esposto fra due settimane (alle 16.45) presso lo stand della Calabria, regione ospite del Salone. L'incunabolo appartiene alla collezione De Rossi della Biblioteca Palatina di Parma ed è l'unica copia rimasta delle trecento messe in circolazione a suo tempo dallo stampatore. Il quale approdò dalla Spagna in Calabria: si unì alla florida comunità ebraica che vi risiedeva dal IV secolo e che, nonostante periodiche ondate di persecuzioni, ebbe un importante sviluppo demografico e culturale fino alla cacciata imposta dai dominatori spagnoli nel 1510.
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