"Palestina: addio al mito dell’occupazione:"
Questa volta voglio prendere in prestito il titolo di un articolo uscito ieri su Ynet.com a firma Hagai Segal, perché in quell’articolo c’è l’essenza della recente decisione della “commissione Levy” chiamata ad esprimersi sulla presunta occupazione da parte di Israele di Giudea e Samaria. Allora, dopo tanto lavorare e studiare la commissione presieduta dall’illustre Giudice Edmund Levy e formata da prestigiosi giuristi di livello internazionale è arrivata alla conclusione che Israele non occupa Giudea e Samaria semplicemente perché quelle terre sono sue e non palestinesi, anzi, per essere precisi la conclusione della “commissione Levy” mette in dubbio la legittimità dello stesso termine “palestinese” confermando quello che tutti sapevano e cioè che i cosiddetti palestinesi altro non sono che giordani trasformati in “palestinesi” da Yasser Arafat. Non sono parole di un estremista, il Giudice Levy non lo è, sono dati storici. La realtà è che quella terra da almeno 100 era stata promessa agli ebrei che avrebbero popolato il futuro Stato di Israele. Lo fecero le potenze mondiali durante la conferenza di San Remo. A seguito di questa decisione la Giordania nel 1950 decise di mettere le mani avanti e occupò Giudea e Samaria con la forza. I palestinesi, come ricorda Segal nel suo articolo, non esistevano. Erano giordani che occupavano abusivamente una terra non loro. Lasciamo stare tutto il racconto storico fatto da Hagai Segal nel suo articolo, racconto che però potete leggere nel suo articolo che ho linkato sopra. Quello che a noi interessa capire sono le conseguenze a livello giuridico che questa conclusione potrà avere. E qui si entra in un campo minato perché in effetti non sarà facile smontare quello che Segal chiama “falsa immagine” creata in decenni di disinformazione massiccia da parte dei Paesi arabi, delle sinistre occidentali e dagli stessi “giordano/palestinesi”. In teoria la giurisprudenza non dovrebbe guardare in faccia a nessuno, ma il movimento mondiale pro-palestinesi è molto forte e agguerrito e di certo non accetterà questa più che legittima conclusione. Continueranno imperterriti a diffondere la “falsa immagine” e il “mito dell’occupazione” come se niente fosse. Giuridicamente però le cose sono cambiate e nessuno potrà negarlo. Ora spetterà all’attuale Governo israeliano e a quelli futuri far valere a livello internazionale il principio giuridico stabilito dalla Commissione Levy e dovranno farlo senza curarsi di quello che la macchina dell’odio produrrà per contestare questa legittima conclusione.
Roberto Di Veroli