Come tutti i frequentatori di IC, leggo volentieri gli scritti illuminanti di Volli. In quest'ultimo, con ironia sottile ma insieme amara, l'autore racconta di come i semi della violenza e dell'intolleranza vengano sghangheratamente ma efficacemente preparati e posti dalla scuola d'infanzia palestinese, nelle teste dei propri scolaretti . Ma, con tutto il rispetto e la simpatia, rilevo che proprio il pensiero che regge questa elegante stigmatizzazione del "tradimento" del sogno di pace, fratellanza universale e rispetto dei diritti dell'infanzia, che si compie a Gaza, è una delle radici del mix disastroso di impotenza, infantilismo e falsa coscienza che Volli stesso chiamerebbe Eurabia.
In altre parole il futuro della democrazia israeliana o europea che sia, è e sarà - purtroppo, ma verosimilmente - garantito più dalla competenza militare e dalla determinazione all'uso della forza (quando e se del caso), piuttosto che dalla moderazione, sensibilità ed ironia implicitamente celebrate ed impiegate nello scritto. E anche se queste doti restano naturalmente parte irrinunciabile della civiltà occidentale e laica, sarebbe bene che, a differenza di quel che sostiene Volli, ai nostri adolescenti - assieme a quelle doti - venissero insegnati anche i grandi valori "tragici" e fra essi, il senso della propria difesa, il patriottismo, il valore e l'arte militare; come succede in Israele.
Tutte cose da non confondere col fascismo.
30.04.13 Enrico Boyer
risponde Ugo Volli:
Sono d'accordo su insegnare il patriottismo e anche la necessità dell'autodifesa. Ma questo non significa farlo nei modi grotteschi e loro sì fascisti che usa Hamas nell'addestramento dei ragazzini di Gaza.