Riportiamo da STAMPA di oggi, 01/05/2013, a pag. 16, l'articolo di Marina Verna dal titolo "Niente rossetto rosso, siamo hostess turche".
La vecchia divisa delle hostess turche
Come ricorda Marina Verna, questo non è il primo episodio riguardante le hostess turche. Riflette ciò che sta accadendo con Erdogan, islamizzazione della società. Restiamo in attesa del prossimo passo.
Ecco il pezzo:
No, il rossetto proprio no, se è rosso o rosa. Accettato solo se è poco più di un lucidalabbra. Per le hostess della compagnia di bandiera Turkish Airlines, una nuova mortificazione, dopo le nuove uniformi di ispirazione islamica e neo-ottomana, il divieto di portare parrucche, ossigenare i capelli, esibire tatuaggi: nel nuovo «codice estetico» delle assistenti di volo, non c’è spazio per nulla che possa sembrare seduttivo. È la Turchia del premier Recep Tayyip Erdogan, sospettato di «reislamizzare» progressivamente il Paese. E pensare che negli Anni 70, quando la Turchia si proiettava nella modernità occidentale, il simbolo esterno erano proprio le hostess: in minigonna e platinate.
Naturalmente l’opposizione kemalista - fedele al lascito laico di Mustafa Kemal Ataturk fondatore della repubblica turca - protesta. «Questo regolamento è un atto di perversione, come definirlo altrimenti? dice il vice-presidente del Chp, il principale partito di opposizione, Gursel Tekin -. Le autorità pubbliche vogliono decidere come devono vestirsi le giovani donne di 20-30 anni. Assurdo». Come reazione, molte donne si sono fotografate con le labbra tinte di rosso e hanno poi pubblicato le foto sulle reti sociali.
Nelle ultime settimane altri provvedimenti interni di Turkish Airlines - al 49% proprietà dello Stato turco - hanno suscitato reazioni polemiche negli ambienti laici. Per esempio, ora a bordo non si servono più alcolici. Chissà se, con questo trend, Turkish Airlines riuscirà a mantenere anche nei prossimi anni il titolo di «migliore compagnia aerea europea» attribuitole da Skytrax nel 2011 e nel 2012.
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