Israele s’inchina all’UNESCO apertamente antisemita
Commento di Giulio Meotti
(Traduzione di Yehudit Weisz)
http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/13208#.UXpODxEaySM
Giulio Meotti
Gli abitanti di Gaza distruggono un sito “patrimonio mondiale dell’umanità” per costruire un porto e nessuno reagisce, ma i siti di Gerusalemme sono ancora rubricati come “in pericolo” - perché sono in mani ebraiche.
C'è di più, molto di più.
Il porto di Antedone, il più antico porto di Gaza in funzione dall’ 800 aC al 1100 dC, con rovine romane, ellenistiche e persiane, nel 2012 era stato dichiarato” patrimonio dell’umanità” dall'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura).
Pochi giorni fa, l’ala militare di Hamas, la brigata Izz ad-Din al-Qassan, ne ha distrutto una parte per ampliare lo spazio dedicato addestramento militare nella zona.
E l’UNESCO è rimasta in silenzio.
E’ questa la stessa agenzia Onu alla quale Israele ha appena concesso un ruolo storico nella supervisione della città vecchia di Gerusalemme, un accordo folle e suicida, con il quale Israele ha accettato di consentire all’UNESCO di ispezionare i siti di Gerusalemme, specialmente il Monte del Tempio, in cambio del rinvio di cinque risoluzioni palestinesi che “condannano l’occupazione d’Israele del West Bank” .
L’UNESCO sta costruendo una geografia totalmente arabizzata, che apre la porta a una Giudea Judenrein, una “Terra santa” degiudeizzata.
Secondo l’accordo Israele-Onu, la città vecchia di Gerusalemme e le sue mura continueranno ad essere elencate dall’Unesco come siti “Patrimonio dell’Umanità “ ma “a rischio”!
Questa è la più grande menzogna che fatica a morire e che può infiammare l’intera regione.
Irina Bokova, direttrice dell’UNESCO, ha inviato un messaggio all’Autorità palestinese “in occasione della Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese”, in cui proclama il sostegno per “l’industria culturale palestinese” (!).
L’UNESCO ha adottato la propaganda arabo-islamica e ha dichiarato che la Tomba di Rachele e la Grotta dei Patriarchi a Hebron sono “moschee musulmane”.
In un rapporto scientifico, l’UNESCO aveva obbligato a una conversione postuma all’islam, il filosofo-medico ebreo Maimonide, registrandolo con il nome di “Moussa Ben Maimoun”. E’ davvero necessaria per Israele l’approvazione di quest’Agenzia Onu corrotta e in mala fede?
I baroni ladri dell’UNESCO stanno santificando la campagna globale per liquidare la legittimità dello Stato israeliano.
Nel 2009, l’UNESCO aveva designato Gerusalemme come “capitale della cultura araba”, collaborando con funzionari dell’Autorità Palestinese per protestare contro quella che descrivevano come “l’occupazione israeliana della Santa Gerusalemme”.
Durante la Seconda Intifada, l’UNESCO aveva condannato Israele per “la distruzione e i danni causati al patrimonio culturale nei territori palestinesi”, definendolo “un crimine contro il patrimonio comune culturale dell’umanità”.
Tuttavia, l’UNESCO è rimasta in silenzio quando un gruppo di vandali palestinesi aveva distrutto la tomba di Giuseppe, il terzo più importante santuario religioso ebraico, e aveva costruito al suo posto una moschea.
L’intifada targata UNESCO risale al 20 novembre 1974, quando sotto pressione araba, aveva votato per escludere Israele da qualsiasi interesse regionale. Nel 2001, l’UNESCO aveva promosso la “Dichiarazione del Cairo: Documento per la Preservazione delle Antichità di Gerusalemme”, in cui si accusava falsamente Israele di distruggere le antichità islamiche sul Monte del Tempio - un tentativo per distogliere l’attenzione dalle imponenti contraffazioni degli arabi palestinesi contro l’archeologia e la storia.
Gli arabi palestinesi vogliono anche sfruttare l’UNESCO per vietare agli ebrei di andare a pregare sulla Tomba dei Patriarchi a Hebron.
Nel “Comitato Arabo Internazionale per la conservazione e la promozione della Città Vecchia di Hebron” si trovano anche Boutros Boutros-Ghali, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite e Federico Mayor, ex Direttore dell'Unesco.
L’UNESCO sostiene l’hitlerismo nel mondo arabo. Zayzafuna, un giornalino dell’Autorità palestinese per i bambini, ha pubblicato il tema scritto da una ragazzina adolescente in cui Adolf Hitler viene presentato come un modello positivo da ammirare, perché ha ucciso gli ebrei a beneficio del mondo.
Dal mese di agosto 2011, questo giornale è finanziato dall’UNESCO e dal Fondimpresa MDG (Obiettivi di Sviluppo del Millennio), altra fondazione dell’ONU, finanziata dal governo spagnolo.
Nei libri di testo palestinesi finanziati dall’UNESCO, il termine “Palestina” include tutto lo Stato ebraico, in cui i luoghi santi ebraici (come il Monte del Tempio) sono stati cancellati, ma dove si tessono le lodi ai “martiri”.
In questi testi, gli ebrei sono descritti come “scaltri”, “locuste” e “animali selvatici”.
Nel 2003 l’UNESCO aveva finanziato la ristrutturazione della Biblioteca di Alessandria, dove venne subito esposta bene in vista una copia del libretto antisemita “I Protocolli dei Savi di Sion”.
Potrei andare ancora avanti con questo elenco dettagliato di omicidi culturali, ma è già sufficiente per capire come l’UNESCO sia una delle più attive fonti di antisemitismo nel mondo.
Perché le autorità israeliane hanno deciso di capitolare davanti a questa spregevole istituzione?
Perché il governo israeliano offre le chiavi del cuore di Gerusalemme alle Nazioni Unite?
Dopo l’accordo Israele-UNESCO, il Monte del Tempio è diventato un luogo sempre più desolato e abbandonato.
Per ora, gli arabi palestinesi proto-nazisti, riscrivendo la storia, stanno vincendo la guerra . Esaudendo i desiderata dell’UNESCO, Israele ha rafforzato l’Intifada culturale palestinese.
Gli ebrei devono smetterla di assecondare i loro nemici che hanno sempre la ghigliottina pronta. Altrimenti, Israele non avrà alcuna possibilità di vincere questa guerra ormai centenaria.
Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. Informazione Corretta pubblica in lingua italiana - nella rubrica “Meotti International”- i suoi articoli scritti in inglese per le testate sopra citate.