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Il Foglio Rassegna Stampa
26.04.2013 Iraq: lotte intestine e i nostalgici di Saddam
Bombardati i villaggi sunniti vicino a Kirkuk a caccia di al Qaida e di ex esponenti del partito Baath di Saddam

Testata: Il Foglio
Data: 26 aprile 2013
Pagina: 3
Autore: Editoriale del Foglio
Titolo: «Maliki ora esagera»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 26/04/2013, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Maliki ora esagera".


Nouri al Maliki

Il premier iracheno Nouri al Maliki ieri ha parlato alla nazione, durante il pomeriggio, “le Forze armate devono imporre la sicurezza ha detto”, perché le guerre settarie si propagano in tutta la regione e l’Iraq non ne è immune, “stanno arrivando anche qui”. A dire il vero abbiamo iniziato a conoscere e a capire i conflitti settari – sciiti, sunniti, curdi – proprio studiando l’Iraq, ma questo non è il punto. Il punto è che da martedì mattina le forze guidate dallo sciita Maliki stanno bombardando i villaggi sunniti vicino a Kirkuk, a caccia di gente “di al Qaida e di ex esponenti del partito Baath di Saddam” ma di fatto attaccando i sitin dei manifestanti contro il governo, piccoli bagliori di “primavera irachena”, facendo almeno 50 morti e cento feriti. I sunniti hanno reagito, attaccando le forze di polizia e mercoledì i blindati del governo hanno circondato a Sulaiman Bek, a nord di Baghdad, un palazzo del governo che i sunniti avevano occupato. L’assedio è ancora in corso, Maliki ha fatto appello alla calma, ma ha anche detto che i raid non si fermeranno finché la rivolta sunnita non sarà sedata. Lo sceicco Abdul Malik al Saadi, che ha un’influenza enorme sulla popolazione sunnita, ha chiesto ai membri delle forze di sicurezza di abbandonare l’esercito e unirsi a loro, all’opposizione al governo sciita, “come i loro fratelli hanno fatto in Siria”. Il contagio siriano è un altro precipizio su cui si affaccia l’Iraq instabile, ma il problema di Baghdad è Maliki. Abbiamo a lungo pensato che il premier iracheno fosse il meno peggio a disposizione per traghettare il paese durante questi anni di esperimenti democratici (si è votato ancora sabato) e ancora più oggi che le forze alleate se ne sono andate e gli iracheni devono cavarsela da soli. Maliki era riuscito, inizialmente, a dare una certa stabilità all’Iraq e a scacciare al Qaida dai punti nevralgici del paese, contenendo le derive settarie violente. Da un anno a questa parte almeno Maliki ha perso l’indole stabilizzatrice e ha anzi innescato nuovi e pericolosi meccanismi settari, regolando con la forza antichi conti e diventando sempre più al servizio degli ayatollah iraniani. E l’Iraq (con tutti i suoi vicini) di tutto ha bisogno, tranne che di un altro dittatore.

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