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Il Giornale Rassegna Stampa
25.04.2013 Boston: caccia all'imam Misha, ispiratore dei due terroristi
commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 25 aprile 2013
Pagina: 16
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Caccia al cattivo maestro che trasforma i giovani in fanatici»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 25/04/2013, a pag. 16, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo " Caccia al cattivo maestro che trasforma i giovani in fanatici".


Fiamma Nirenstein        Tamerlan Tsarnaev

È il peggior incubo di un genitore quello di un figlio, un ragazzo che ama la musica e losport,che tutt’a un tratto cambia, ti guarda come un og­getto estraneo, ti prega di spegnere la radio se entra nella stanza mentre ascolti una canzone, non va più in pa­lestra, ti risponde come a chi non può capire. Proprio così rispose a Ruslan Tsarni, suo zio, Tamerlan Tsarnaev, il più grande dei due fratelli terroristi di Boston: «Ho messo gli affari di Dio ad di sopra del lavoro e della scuola». Le memorie della radicalizzazione di Ta­merlan riempiono ormai le pagine dei giornali, dal viaggio in Daghestan fino al giorno in cui fu buttato fuori dalla sua moschea perché sbraitava contro chi proponeva Martin Luther King come un esempio: «Non è mu­sulmano », urlò. Molti ormai sono quelli che parlano della sua continua rabbia, di come lasciò la boxe in cui ec­celleva, del modo in cui descriveva l’11 di settembre come un complotto americano, della necessità di abbatte­re quel potere con una santa Jihad che andasse in soccorso agli afghani e agli iracheni. Come è potuto capita­re, si chiedono quelli che l’hanno co­nosciuto nella vita precedente? Co­mincia a apparire evidente che un ruolo fondamentale l’ha avuto un mi­sterioso imam di nome Misha, uno di cui nessuno sa niente se non che è ar­meno: «Quando cominciava a parla­re- dice lo zio - Tamerlan si zittiva e lo ascoltava, e il padre era sconvolto per­chè il figlio non lo ascoltava più». Lo zio racconta che il fratello si confidò sull’angoscia che gli procurava il rap­porto con Misha. Le mamme cercano sempre di compiacere i figli e questo le rende talora cieche. Nella vita di Ta­merlan era intervenuto con Misha, l’imam della jihad, la fatale figura del «cattivo maestro»che lo avrebbe con­dotto fino all’attentato di Boston.
I «cattivi mae­stri » sono una merce molto co­mu­ne non soltan­to nel mondo isla­mico, dove la figu­ra del maestro nel­la Madrassa dise­gna una tipologia ie­ratica e maestosa, di cui il torreggiante Bin La­den e l’ayatollah Kho­meini sono gli arche­tipi. Da noi, le Uni­versità sono state la serra del terrori­smo nostrano, a lungo personaggi dal ruolo accade­mico come il pro­fessor Toni Negri sono stati descritti co­me «cattivi maestri» di chi ha preso la via delle Bri­gate Rosse e di altri gruppi terro­risti. L’assunto di fondo era l’oppres­sione del proletariato ( cui gli studenti si assimilavano)da parte del capitali­smo e dell’imperialismo. L’assunto ri­voluzionario e che cambia le vite dei giovani (certo, non sempre per farne dei terroristi!) non è diverso a destra: essi spiegano ai giovani che vivono in un mondo schiacciato dalla menzo­gna, sfruttato da poteri imperialisti. Sventurato chi capita in mezzo a que­sto mucchio di fandonie che hanno frequenti occasioni anche in tv. I gio­vani che le adottano ne restano abba­gliati e sognano, e possono praticare in segreto, una grande battaglia rivo­luzionaria contro la perfida America o il potere degli ebrei. I cattivi maestri sono narcisi che adorano la loro cari­ca eversiva. Fra i più importanti, No­am Chomsky, un ebreo antisemita che dal suo scranno universitario ne­gli Usa sbraita contro il potere ameri­cano e israeliano. Non è un caso che Beppe Grillo lo citi spesso. Chissà se l’ha mai letto.
www.fiammanirenstein.com

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