Marocco: Susan Rice rischia di mandare a monte l'alleanza con gli Usa commento di Pio Pompa
Testata: Il Foglio Data: 23 aprile 2013 Pagina: 4 Autore: Pio Pompa Titolo: «Susan Rice ha fatto infuriare il Marocco e Hagel ci sta mettendo una pezza»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 23/04/2013, a pag. 4, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "Susan Rice ha fatto infuriare il Marocco e Hagel ci sta mettendo una pezza".
Susan Rice terroristi di al Qaeda
Quando a Boston iniziava la caccia ai due attentatori, nel lontano Maghreb si consumava una rottura senza precedenti negli equilibri che regolano la cooperazione internazionale nella lotta al terrorismo islamico. Martedì scorso il Marocco ha annullato, senza preavviso, l’annuale esercitazione congiunta con militari statunitensi, denominata “Leone africano”, che si sarebbe dovuta svolgere in questi giorni nella zona di Wadi Deraa. Una proposta inoltrata al Consiglio di sicurezza dell’Onu dall’ambasciatrice statunitense, Susan Rice, prevede di affidare alla missione nel Sahara occidentale (Minurso) anche il monitoraggio del rispetto dei diritti umani. Per Rabat si tratta di una violazione della sovranità nazionale con pesanti riflessi sul contrasto al terrorismo che, finora, aveva visto il Marocco come uno stretto alleato dell’America. Tuttavia, secondo Asharq al Awsat, non tutti a Washington sembrano condividere tale proposta ritenendola “un’iniziativa isolata” della Rice che “non rispecchia la linea politica della Casa Bianca e del Pentagono”. Tant’è che lo stesso segretario alla Difesa, Chuck Hagel, avrebbe espresso la sua contrarietà affermando “di non poter rinunciare a un alleato importante come il Marocco”. Una posizione, questa, sostenuta anche da Parigi intenzionata ad appoggiare al Consiglio di sicurezza le riserve espresse dal governo marocchino. “Il fatto è – sostengono fonti d’intelligence sentite dal Foglio – che il Marocco si è sentito tradito dalla proposta della Rice, non fosse altro per l’enorme contributo dato nel combattere il fondamentalismo islamico e nell’aver mantenuto il paese nell’alveo degli amici dell’occidente e delle alleanze strategiche coltivate dagli Stati Uniti. A differenza dell’Algeria, della Mauritania, del nord del Mali e di altri paesi nordafricani, in Marocco non vi sono basi di al Qaida. I servizi marocchini hanno operato lealmente, al fianco di quelli statunitensi e di altri paesi occidentali, contro la minaccia qaidista e jihadista. Il loro timore è che il Minurso, con l’estensione delle sue competenze come proposto dall’ambasciatrice Rice, possa ridurre l’efficacia delle attività di controterrorismo sulla base di un monitoraggio del rispetto dei diritti umani politicizzato e infarcito di pregiudizi precostituiti. Il risultato sarebbe che al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) e i suoi alleati, all’interno dei quali militano centinaia di saharawi del Polisario, tornerebbero a colpire nell’intero Sahara occidentale. I terroristi non hanno nessun rispetto per la vita altrui e i diritti umani. Per questo vanno combattuti senza soste e tentennamenti. Trattare con loro, come si va facendo adesso, è una strategia suicida e perdente”. Dopo la strage di Boston, il segretario di stato americano, John Kerry, ha detto: “Per tutta la settimana ci siamo trovati ad affrontare il male”. “Da qui – aggiungono le nostre fonti – nasce la speranza di Rabat sul ravvedimento statunitense”.
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