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La Repubblica Rassegna Stampa
18.04.2013 Polonia: polemiche sul luogo più adatto per costruire il memoriale per i Giusti
cronaca di Andrea Tarquini

Testata: La Repubblica
Data: 18 aprile 2013
Pagina: 23
Autore: Andrea Tarquini
Titolo: «Varsavia, un memoriale nel Ghetto divide gli ebrei»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 18/04/2013, a pag. 23, l'articolo di Andrea Tarquini dal titolo "Varsavia, un memoriale nel Ghetto divide gli ebrei".


Immagini dal Ghetto di Varsavia

Per leggere l'articolo di Michael Levi dedicato al museo ebraico di Varsavia (inaugurazione nei primi mesi del 2014), cliccare sul link sottostante
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=48805

Apre a Varsavia quello che sarà forse il più importante museo ebraico d'Europa, ma le polemiche sulla Memoria unita o divisa esplodono anche in Polonia. Nel settantesimo anniversario dell'eroica insurrezione del Ghetto contro gli occupanti nazisti, il museo narra la storia millenaria della comunità ebraica polacca. Accanto al nuovo museo, il governo vuol costruire un memoriale per i "giusti fra i non ebrei", cioè i polacchi che rischiando la vita, e spesso pagando (in seimila) con la vita, nascosero ebrei o cercarono di salvarli dall'Olocausto. «Non è il posto giusto né il momento giusto, ora in quel luogo della rivoltae della sofferenza parliamo del dolore degli ebrei, non dell'eroismo polacco», è scritto in una lettera aperta del Centro polacco di ricerche sull'Olocausto dell'Accademia delle scienze. Eppure quello che è forse il più autorevole e influente intellettuale ebreo polacco di oggi, Konstanty Gebert, giàeroe dellarivoluzione di Solidarnosc, non è d'accordo: «Se minimizziamo l'eroismo polacco, come possiamo aspettarci che i polacchi accettino i lati bui della loro Storia?». Il museo del ghetto documenta mille anni di vita ebraica, nel tollerante e multietnico Regno di Polonia e Lituania, le tensioni con i nazionalisti negli anni Venti eTrenta, l'Olocausto, l'eroica rivolta, che tenne testa alla Wehnnacht per ben un mese, molto più dei dieci giorni della Francia invasa nel '40. «Questo luogo è un luogo della Memoria speciale», dice la lettera aperta, «là ci fu prima di tutto dolore degli ebrei...la Polonia è grande, ci sono abbastanza altri luoghi per onorare i giusti polacchi, ma lasciamo il ghetto come un rifugio intoccabile di memoria degli ebrei assassinati». Barbara Engelldng, direttrice del Centro di ricerche sull'Olocausto, ha scritto su Gazeta Wyborcza: «Ci vuole un'area di silenzio, dedicata solo agli ebrei». Governo liberal sotto accusa, quindi. Ma non tutti nella comunità ebraica sono d'accordo. «Secondo me non c'è posto migliore che accanto al museo per ricordare gli eroi polacchi», afferma Sigmunr Rolat, sopravvissuto alla Shoah. E soprattutto Konstanty Gebert insiste: proprio mentre nazionalismi e tensioni rialzano la testa ovunque, «negare ai giusti polacchi un monumento sarebbe un trionfo dell'indifferenzanazionale, ipolacchinonlocapirebbero, e non lo capirei io come ebreo».

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