Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 16/04/2013, a pag. 41, la risposta di Sergio Romano ad un lettore dal titolo " Sionisti cristiani e Israele. Le ragioni di una amicizia ".
Sergio Romano
Così come IC è sempre stata molto attenta nel criticare le risposte di Sergio Romano, al 98% inquinate dal un forte pregiudizio anti israeliano, così pubblica oggi questa risposta, condivisa al 100%.
Ho letto che lo Stato di Israele si è giovato del sionismo cristiano, che è una credenza diffusa tra alcune frange del protestantesimo anglosassone. Per i sionisti cristiani il ritorno degli ebrei nella Terra Santa e la fondazione dello stato di Israele nel 1948 sono il compimento delle profezie bibliche, alle quali danno maggior credito di quanto ne diano al Nuovo testamento. La tesi che ho esposto è credibile?
Antonio Fadda
antoniofadda2@virgilio.it
Caro Fadda,
Martin Lutero scrisse nel 1543 un feroce libello contro gli ebrei (Degli ebrei e delle loro menzogne) che fu più volte ristampato durante il Terzo Reich. Ma nella grande famiglia dei cristiani riformati esistono sette e correnti che estendono agli ebrei la venerazione e il rispetto con cui viene letto l'Antico Testamento. L'Olanda calvinista accolse generosamente gli ebrei cacciati dalla penisola iberica, fra cui un giovane portoghese, Baruch Spinoza, che sarebbe divenuto uno dei maggiori filosofi europei. Oli - ver Cromwell, Fanti-cattolico Lord Protettore d'Inghilterra, revocò nel 1657 il decreto con cui Edoardo I aveva espulso gli ebrei dal suo regno nel 1290. Esiste un risvolto religioso persino nella storia della Dichiarazione di Balfour con cui il governo britannico, il 2 novembre 1917, promise agli ebrei una «home» (casa, focolare) in Palestina. Per meglio combattere la Germania in Europa e la Turchia Ottomana in Medio Oriente, la Gran Bretagna sperava di conquistare con questo gesto il sostegno delle comunità ebraiche, soprattutto negli Stati Uniti. Ma accanto alla motivazione strettamente politica vi era la forte simpatia religiosa per la causa sionista degli ambienti cristiano-liberali «non conformisti», vale a dire estranei alla Chiesa anglicana e spesso vittime in passato delle sue persecuzioni. Ne11917 il Primo ministro era David Lloyd George, non conformista, gallese e, quindi, cittadino di una piccola patria che non intendeva rinunciare alla sua identità. Altri membri del suo governo avevano lo stesso retroterra religioso. In un libro sulla Gran Bretagna e la nascita dello Stato d'Israele (Il Dio in armi, Corbaccio 2006), Jill Hamilton scrive che «dei dieci uomini a cui toccò in fasi diverse di essere membri del Gabinetto di guerra di Lloyd George, sette erano stati allevati in famiglie di nonconformisti e uno, sebbene fedele della Chiesa d'Inghilterra, vi era approdato da una famiglia con una forte propensione evangelica». Cristiano-sionista fu anche, per certi aspetti, Harry Tm-man, presidente degli Stati Uniti dopo la morte di Franklin D. Roosevelt. Riconobbe immediatamente Israele e ricevette in dono da Cha-im Weizmann, presidente dello Stato ebraico, un rotolo della Torah. Oggi i cristiano-sionisti sono particolarmente forti negli Stati Uniti dove molti evangelici (complessivamente circa 7o milioni) credono nella seconda venuta del Cristo, annunciata da Giovanni nell'Apocalisse, e sono convinti che avverrà soltanto quando gli ebrei avranno ripreso possesso della Terra promessa. Gli evangelici credono altresì che gli ebrei dovranno allora convertirsi al cristianesimo o soffrire eternamente le pene dell'inferno. Ma negli amichevoli incontri fra i cristiano-sionisti e la lobby filo-israeliana degli Stati Uniti questo particolare viene generalmente omesso.
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