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La Stampa Rassegna Stampa
09.04.2013 Caso Abu Omar, una titolazione che non rispecchia l'articolo
E al quotidiano torinese torna il complottista Giulietto Chiesa. Perché?

Testata: La Stampa
Data: 09 aprile 2013
Pagina: 20
Autore: Paolo Colonnello
Titolo: «La grazia a Abu Omar non convince i giuristi»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 09/04/2013, a pag. 20, la breve di Paolo Colonnello dal titolo "La grazia a Abu Omar non convince i giuristi".


Abu Omar

Il titolo non rispecchia il contenuto del pezzo. Non è stata concessa nessuna grazia ad Abu Omar. Semmai a Joseph Romano, colonnello americano.
Per altro notiamo oggi la ricomparsa della firma di Giulietto Chiesa (pag. 1-11, un articolo sulla morte di Margaret Thatcher).
Come sia possibile che un complottista capace di incolpare la CIA e il Mossad dell'attentato alle Torri Gemelle scriva su un quotidiano che si ritiene serio, è un mistero, proprio come la titolazione di questo pezzo. Chi l'ha fatta ha letto il testo? Sembrerebbe di no.
Ecco il pezzo:

E’ diventato persino tema di un convegno giuridico il caso «Abu Omar», discusso ieri alla Cattolica da una nutrita pattuglia di docenti e ricercatori di diritto internazionale e nazionale e alla presenza del procuratore aggiunto Armando Spataro, autore dell’inchiesta che ha portato alla condanna, diventata definitiva in Cassazione, di 23 agenti della Cia nonchè dell’ex capo del Sismi Niccolò Pollari e del suo vice Marco Mancini. Critiche aperte da parte di tutti i giuristi sull’opposizione del segreto di Stato da parte di ben 6 governi e più velate sulla recente decisione del Presidente della Repubblica di concedere la grazia al colonnello americano Jospeh Romano, ex comandante della base di Ghedi, dove l’ex imam fu portato prima di essere trasferito in Germania e poi in Egitto. E se per Spataro «la grazia è un provvedimento insindacabile», per i vari docenti le motivazioni contenute nel comunicato quirinalizio che l’hanno accompagnato, confliggono con il comportamento tenuto dai governi e non possono essere assimilabili alla vicenda dei due marò in India, la cui attività funzionale non ha nulla a che vedere con l’episodio di un sequestro di persona.

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