La Cia in competizione con i ribelli estremisti per il controllo del sud della Siria commento di Daniele Raineri
Testata: Il Foglio Data: 09 aprile 2013 Pagina: 1 Autore: Daniele Raineri Titolo: «La Cia e al Qaida si contendono il controllo del sud della Siria»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 09/04/2013, in prima pagina, l'articolo di Daniele Raineri dal titolo " La Cia e al Qaida si contendono il controllo del sud della Siria ".
Daniele Raineri CIA Al Qaeda
Roma. La Cia è in competizione diretta con i gruppi ribelli estremisti per il controllo del sud della Siria, nella zona compresa tra la capitale Damasco e i confini con Israele e con la Giordania. Chi comanda in quella fascia di territorio guiderà anche la imminente battaglia nella capitale contro il governo del presidente Bashar el Assad – e quindi sarà in vantaggio per reclamare un ruolo nel futuro del paese. I servizi segreti americani, su input dell’Amministrazione Obama, stanno accelerando le operazioni nelle basi in Giordania per creare un esercito ribelle – e per rafforzare i ribelli già in campo – incaricato di combattere la battaglia per Damasco, di stabilire una zona cuscinetto a ridosso del confine tra Siria e Giordania ma in territorio siriano, e anche di opporsi allo strapotere di quei gruppi ribelli che dal punto di vista ideologico e operativo sono legati ad al Qaida. Taylor Luck scrive sul Washington Post che il termine del programma di addestramento per 3.000 “ufficiali” dei ribelli siriani è stato anticipato dalla fine di giugno alla fine di aprile. Tra le opzioni più discusse c’è la creazione “nel mese di maggio” di una zona cuscinetto, interdetta all’esercito e all’aviazione del governo. Alcuni ribelli passati per i campi di addestramento gestiti da Cia, sauditi e altri partner dicono di essere stati preparati a proteggere questa fascia di territorio anche con missili terra-aria e con artiglieria pesante, senza l’aiuto di un contingente militare straniero. Non è chiaro però se davvero hanno o avranno a disposizione questo tipo di equipaggiamento, considerata la riluttanza occidentale ad armare con sistemi antiaereo i ribelli siriani. Ieri un’autobomba è esplosa nel centro di Damasco e ha fatto 15 morti. “L’ultima cosa che vogliamo vedere è al Qaida guadagnare una posizione nel sud della Siria al confine con Israele. Sarebbe uno scenario apocalittico”, dice al Washington Post un diplomatico americano in Giordania. La buffer zone ospiterà anche i profughi, come già succede nel nord “liberato”: se continua così “alla fine dell’anno il venti per cento della popolazione in Giordania sarà siriano”, dice Jamil Nimri, un parlamentare di Amman. L’esercito giordano vorrebbe che questa zona fosse poi ceduta a un contingente di peacekeepers delle Nazioni Unite e non restasse ai ribelli. Ruth Sherlock scrive sul Telegraph che i ribelli siriani addestrati nei campi in Giordania sono scelti dai consigli rivoluzionari locali nel sud della Siria, “sono sunniti moderati, molti hanno servito nell’esercito siriano”. “Ci chiedono di prendere parte a un addestramento che dura 15 giorni”, dice un ribelle al Telegraph. Per ironia del destino, è la stessa durata del corso che alcuni miliziani schierati con il governo di Assad sostengono di avere fatto in Iran con istruttori delle Guardie rivoluzionarie, prima di essere di nuovo buttati nel conflitto. “Nello scenario migliore: si rafforza il potere di un’opposizione più secolarista che avanzerà contro il regime da sud. Israele sarà più protetto, avrà un vicino più ragionevole e si apre la strada per cacciare il regime da Damasco”, dice un leader dell’opposizione in Giordania. Negli ultimi due giorni il governo siriano ha lanciato una controffensiva per recuperare il terreno perduto nel sud e anche ad Aleppo.
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