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" Una certa idea del sesso " Cari amici, perdonatemi, oggi devo parlarvi un po' di sesso. Non offendetevi, sono fatti della vita anche questi. Allontanate i bambini, rimettete i canarini nella loro gabbietta, se soffrite di un eccesso di pudore saltate questa cartolina, perché potrebbe turbarvi. Se no venite pure avanti, e sappiate che più esattamente voglio parlarvi del rapporto fra sesso e legge. Che legge? Non quella che si discute in Francia, negli Stati Uniti e altrove sui matrimoni omosessuali. Sono forse leggi quelle, stabilite da liberi parlamenti invece che proclamate da ulema, imam e ayatollah in nome dell'Onnipotente? Certo che no, fanno parte della perversione tutta occidentale per cui gli esseri umani sarebbero tutti liberi e uguali, senza neppure una distinzione fra veri credenti e gli altri, fossero pure discendenti di scimmie e maiali - voi sapete a chi mi riferisco, no? Bene, stiamo parlando allora del rapporto fra sesso e legge islamica, così come viene codificato dalle decisioni delle guide dei fedeli cioè delle fatwa, che sono sempre risposte a domande fatte dai fedeli. Oggi ve ne riporto un paio. La prima è forse la più angosciosa e trovate il responso firmato qui: http://www.youtube.com/watch?v=ik5GZap_-_A&feature=youtu.be. Vi prego di seguirla, se sapete un po' di arabo o almeno dell'inglese dei sottotitoli, perché l'espressione del giureconsulto è impagabile. Quel che interroga è un fedele, anzi di più il candidato shahid (cioè martire, nella nostra lingua volgare assassini, attentatore suicida, terrorista). Riporto la sua domanda col mio linguaggio imperfetto, perfino un po' dissacrante, ma voi mi scuserete. Dice dunque l'aspirante shahid: nella società contemporanea c'è un grande problema, ci sono un sacco di controlli agli aeroporti, metal detector, check point, insomma non ci lasciano fare stragi in pace. Mi hanno detto però che ci si può martirizzare abbastanza facilmente, portando con sé naturalmente la congrua dose di nemici, se si nasconde l'esplosivo nelle cavità del corpo. Scartata l'ingestione per via degli acidi nello stomaco che rischiano di compromettere l'efficacia chimica dell'esplosiva, resta - come dire - l'altra estremità. Ma introdurre gli esplosivi da quella parte richiede un po' di allenamento, perché molti non sono abituati. Dunque in vista dell'atto di martirio è necessario preventivamente praticare l'allargamento dell'orifizio anale, con atti che potrebbero però configurare il terribile crimine religioso di sodomia. E' possibile compiere dei gesti “contro natura” del genere in vista del martirio? Be', l'imam o quel che è risponde consolatorio: se lo scopo è il martirio e non altro, si possono compiere gesti preparatori di sodomia. E' un peccato grave, ma in vista del meglio anche il peggio è autorizzato. Più facile la seconda risposta: se un combattente del jihad, per esempio in Siria, un po' stressato dal duro lavoro, ha bisogno di rilassarsi e per farlo non gli basta giocare a sudoku o allenarsi alla ginnastica ritmica, può stuprare donne e magari bambine che trova sul territorio? Intanto c'è una buona novità, che viene dalla lontana Tunisia in via di islamizzazione. Vi ricopio direttamente la nostizia: “circola sui media e social network tunisini [un filmato] dove si mostrano gli “orgogliosi genitori” di una ragazza tunisina che raccontano di come la loro figlia di nemmeno 18 anni era appena tornata dalla Siria dove si era recata a combattere la “jihad sessuale”. Convinta dai suoi amici salafiti, la ragazza tunisina si era recata in Siria per “soddisfare i desideri sessuali dei combattenti stranieri e renderli così più forti” così come diceva la fatwa di Sheikh Mohammed al-Arifi. Visto il video, il Ministro tunisino ha rilasciato un comunicato dove “ripudia la fatwa dello sceicco Mohammed al-Arifi avvertendo che i tunisini non sono obbligati a rispettarla”. Apriti cielo. Subito i salafiti sono passati all’attacco minacciando di morte il Ministro Noureddine al-Khadimi e ricordando che la “jihad sessuale” garantisce il paradiso alle donne che ne prenderanno parte e che vorranno seguire l’esempio della ragazza tunisina. Secondo i salafiti tunisini sarebbero una ventina le ragazze tunisine che stanno combattendo la 'jihad sessuale'.” (http://www.rightsreporter.org/jihad-sessuale-vuoi-stuprare-una-donna-o-una-bambina-siriana-ora-puoi/ ) . Ma non basta: “Già nello scorso gennaio una fatwa di un religioso wahabita saudita, Sheikh Mohammed al-Arifi, autorizzava di fatto lo stupro legale di donne e bambine siriane da parte dei cosiddetti “ribelli”. Il sistema era semplice, bastava sposarsi con una donna per poche ore, consumare un rapporto sessuale e poi ripudiarla. Fatto questo si “passava” la donna ad un altro e la storia ricominciava. La donna non necessariamente doveva essere d’accordo ed era sufficiente che avesse 14 anni (stessa fonte). Con queste premesse, non vi meraviglierete nel leggere un'ultima notizia, rigorosamente non riportata dai giornali italiani. Si tratta di tre donne britanniche che facevano parte di un convoglio britannico di dieci automezzi partito dalla Gran Bretagna per portare soccorso a Gaza (che naturalmente aspettava proprio queste dieci macchine per soddisfare i bisogni elementari della popolazione, dato che le centinaia di camion che passano da Israele ogni giorno non contano). Passata la Francia, la Spagna, il Marocco e l'Algeria, il convoglio si è inoltrato nel territorio libico e ha avuto difficoltà a passare in Egitto, dato che i materialisti egiziani non credevano nell'utilità di quel viaggio sublime e si chiedevano che cosa c'era sotto. Be', finalmente a Bengasi le tre donne hanno avuto l'occasione di capire a che cosa potevano servire davvero per la jihad, nel senso che sono state rapite e assaltate sessualmente da una folla locale, immagino di ex combattenti che ancora mantengono il privilegio del ruolo, magari gli stessi che a quento pare si erano dati da fare con l'ambasciatore americano e il suo seguito qualche mese fa. Alle tre donne non è capitata la stessa sorte, o forse non hanno capito la natura sublime del sacrificio che era richiesto loro, ben più importante di portare un po' di sacchi di patate a Gaza, e si sono rifugiate nel consolato turco, dove sembra stiano bene (http://www.guardian.co.uk/world/2013/mar/28/britons-kidnapped-sexually-assaulted-libya ). Ugo Volli |
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