Su LETTURA, supplemento del CORRIERE della SERA, 07/04/2013, a pag. 9, con il titolo "Animalisti secondo la Bibbia", Daria Gorodisky analizza il rapporto tra la Bibbia e l'essere vegetariani.

"Dio avrebbe !dovuto essere il primo dei vegetariani", ha detto nel 1987 il premio Nobel Isaac Bashevis Singer in una preziosa intervista a Matteo Bellinelli perla Tv svizzera di lingua italiana e poi messa su carta dall'editore Casagrande. Singer rifiutò sin da giovanissimo di cibarsi di carne e negli anni Venti coniò un undicesimo comandamento: «Non uccidere o sfruttare gli animali, non mangiarne la carne, non flagellarne la pelle, non costringerli a fare cose contro la loro natura...». Del resto, da S.Y. Agnon (altro Nobel) a Jonathan Safran Foer e passando per Einstein, moltissimi intellettuali ebrei e molti rabbini sono stati e sono convinti difensori degli animali. Un po' di compassione (Adelphi) offre una nuova mini antologia di testi di Rosa Luxemburg, Karl Kraus, Joseph Roth, Elias Canetti, Franz Kafka. Non che ci sia da stupirsi. Nella Torah (Genesi 1,29) è scritto che all'inizio dei tempi l'umanità era vegetariana; solo dopo il diluvio universale Dio permette all'uomo di nutrirsi di carne (Genesi 9,3). Una concessione comunque temporanea e limitata da regole rigorosissime: per ricordare che l'uccisione di un animale è vero sacrificio, non atto banale; e per ridurre al minimo la sua sofferenza. È questo che la macellazione rituale ebraica (shechità) vuole garantire, oltre a rendere la carne kasher, cioè pura, priva di sangue e quindi commestibile. La legge biblica è attenta al benessere degli animali, prescrive anche per loro il riposo sabbatico e autorizza l'uomo persino a illeciti religiosi per aiutarli: ad esempio, è consentito mungere di shabbat. Nonostante ciò, la shechità è spesso al centro di polemiche. Antigiudaismo tinto di presunto animalismo? La materia è affrontata nell'ultima «Rassegna mensile di Israel» (Giuntina), il periodico che dal 1925 • (salvo l'interruzione dovuta alle leggi razziali fasciste) è fondamentale strumento di cultura ebraica. Tema scandagliato dal punto di vista religioso, filosofico, scientifico, storico. Né manca la poesia, con i teneri versi che Paolo De Benedetti, autore di una Teologia degli animali (Morcelliana), dedica agli «angeli quadrupedi che qui ci rendono amabile la vita...».
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