Questo pezzo uscito oggi, 07/04/2013, su REPUBBLICA, a pag.15, con il titolo " Musulmani contro copti: otto morti vicino al Cairo " è interessante per due motivi. Il primo perchè descrive la persecuzione dei cristiani copti in Egitto da parte dei musulmani, altro che i "volemose bene" che si innalzano in Vaticano, rendendo le parole e gli atti del nuovo Papa solo vana retorica.
Il secondo perchè il pezzo di Francesco Mimmo è stato scritto a Gerusalemme, non dal Cairo, e questo significa che essere giornalista oggi in Egitto può costare l'incolumità personale. Ma non sta bene scriverlo.
Morsi: " il mio potere è temporaneo! le mie intenzioni sono buone !"
DAL NOSTRO INVIATO
GERUSALEMME - È bastata una croce disegnata su un muro da due ragazzini per far ripiombare l´Egitto nell´inferno degli scontri settari tra musulmani e cristiani. Le violenze sono esplose nella notte tra venerdì e sabato nella città di Khusus, alle porte del Cairo e solo nella tarda mattinata di ieri la polizia egiziana è riuscita a riportare la calma. Ma il bilancio è pesante: secondo le forze di sicurezza ci sono cinque morti e una decina di feriti, ma altre fonti parlano di otto morti. Dalla caduta di Mubarak nel 2011 e con la salita al potere dei Fratelli musulmani, culminata con l´elezione del presidente Morsi a giugno, le tensioni tra musulmani e cristiani copti, una minoranza pari al 10% degli oltre ottanta milioni di egiziani, si sono intensificati sfociando spesso in scontri di piazza. Come è accaduto ieri negli sterminati sobborghi della capitale del più popoloso degli Stati arabi.
La polizia egiziana non ha fornito una ricostruzione ufficiale, ma secondo diverse testimonianze ad accendere la miccia sarebbero stati due ragazzini disegnando una croce su un edificio di culto islamico. Dall´edificio sarebbe uscito un uomo che avrebbe cominciato a insultare i cristiani e innescando a sua volta una lite con passanti e automobilisti copti. La lite è degenerata subito in tafferugli tra le comunità della cittadina a Nord del Cairo e poi in vere e proprie violenze a sfondo religioso che sono durate per tutta la notte. Una chiesa è stata assaltata e data alle fiamme da un gruppo di giovani musulmani. Più tardi è toccato alla casa di un islamico, anche questa data alle fiamme. Il bilancio delle vittime è di almeno cinque morti (quattro copti e un musulmano) e una decina di feriti. La polizia egiziana ha continuato a pattugliare le strade della città per tutta la giornata. Ci sono stati quindici arresti.
Il presidente Mohamed Morsi ha invitato "tutti i cittadini a rispettare la legge e a evitare azioni che minaccino la sicurezza". Un rappresentante della locale chiesa copta ha chiesto un incontro con un emissario di Al Azhar, la prima istituzione della comunità musulmana sunnita, con l´intento di "smorzare le tensioni". Ma intanto l´Egitto ripiomba nel caos. Gli scontri confessionali sono infatti la faccia più violenta della crisi che sta attraversando il Paese. Una crisi economica (l´Egitto sta negoziando un prestito da 4,8 miliardi di dollari con il Fondo monetario internazionale per evitare il fallimento) e istituzionale. Il nuovo governo infatti stenta a far ripartire il Paese e dalla deposizione di Mubarak nel febbraio del 2011 sono aumentate le violenze a sfondo religioso e gli scontri sui diritti civili. Come dimostra l´ultimo caso: l´arresto di un popolare conduttore tv per uno show satirico su Morsi.
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