Pedofilia legale, lo dice sceicco saudita Mohammad Al-Arifi cronaca di Leonardo Piccini
Testata: Libero Data: 04 aprile 2013 Pagina: 15 Autore: Leonardo Piccini Titolo: «Bambine a letto coi miliziani: 'È giusto, fa bene al jihad'»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 04/04/2013, a pag. 15, l'articolo di Leonardo Piccini dal titolo "Bambine a letto coi miliziani: «È giusto, fa bene al jihad»".
Mohammad Al-Arifi, in tv, chiede: "Per esempio, quanti anni aveva Aisha quando il Profeta Maometto l'ha sposata ?".
Gli americani, si sa, si fidano ciecamente dei loro alleati sauditi. Ma l’integralismo e il fanatismo religioso della casa regnante degli al Saud, votati alla causa dell’islam più radicale, non può che lasciare sconcertati, specie se si vive in una delle democrazie più evolute al mondo. A suscitare più d’una perplessità è il cosiddetto «jihad dell’accoppiamento», una pratica aberrante introdotta con tanto di fatwa dallo sceicco Mohammad Al-Arifi, un religioso wahabita tra più radicali e popolari della monarchia saudita. Lo sceicco, pochi giorni fa, ha emesso un decreto religioso che permette ai ribelli impegnati nella guerra in Siria contro Bashar Assad, di “sposare” ragazzi - ne di soli 14 anni, «perché l’accoppia - mento anche ai soli fini sessuali o ilmatrimonio con ragazze giovani, in grado di soddisfare a pieno i desideri sessuali dei miliziani,aumenta laloro determinazione a uccidere i siriani», poi aggiungendo che «sono da considerarsi leciti i rapporti sessuali o i matrimoni con ragazze di soli 14 anni». RAMPOLLI DI RIAD Ma lo sceicco è andato oltre, promettendo «il paradiso alle ragazzine che si concederanno volontariamente ai combattenti e a quelle che si sposeranno con i miliziani». Arifi ha inoltre emesso un decreto che «promette il paradiso a quanti ammazzeranno i siriani sostenitori di Assad», e ha organizzato una serata di gala «per la raccolta di fondi a favore di gruppi paramilitari che combattono contro le forze governative siriane». Alla festa hanno partecipato i rampolli delle migliori famiglie di Riad, ben liete di mettere mano al portafoglio e donare ai ribelli più di 2 milioni di dollari, che serviranno per acquistare nuove armi e munizionamento. Tornando alla fatwa, pubblicata dallo sceicco e resa pubblica anche su Twitter, si legge: «In Siria i combattenti contro il regime sono impegnati in uno scontro decisivo; imiliziani non sposati, o anche quelli sposati, ma che per il jihad lasciano la loro terra e le proprie famiglie e non possono quindi soddisfare le proprie mogli, possono accoppiarsi anche con ragazze di 14 anni, oppure con vedove e con donne sposate, anche per brevi periodi non superiori a qualche ora, e devono permettere la stessa pratica, con le stesse donne e con le stesse ragazze, a tutti gli altri combattenti. Questo - si legge ancora nella fatwa - è stabilito per soddisfare un “diritto legittimo” e aumentare il morale e l’ar - dore nel combattimento. Le ragazze e le donne siriane che, seguendo la fatwa, acconsentiranno volontariamente all’accoppiamento con i miliziani, hanno la certezza di andare in Paradiso ». Il decreto ha scatenato l’entusiasmo un po’ in tutto il MedioOriente: si calcola che solo dalla Tunisia siano già partiti più di 12mila jihadisti per combattere in Siria, spinti anche dalla miseria e dalla disoccupazione che attanaglia ormai una societàuscita di fatto impoverita dalla Primavera araba che tante speranze aveva inizialmente suscitato. SEQUESTRI IN AUMENTO E proprio per soddisfare i miliziani accorsi in gran numero da Paesi come Marocco, Libia, Turchia e Algeria, sono aumentate le segnalazioni di veri e propri sequestri e sparizioni di ragazzine, prelevate fuori dalle scuole superiori e dalle università. L’ultimo caso segnalato è quello di Rahmah Atieh, rapita con una sua amica al termine delle lezioni universitarie: un sequestro di cui da giorni si sta occupando la stampa e la televisione tunisina. Il padre di Ramah, Amer Atieh, ha affermato al quotidiano Ash Shourouk che sua figlia «è rimasta vittima di gruppi criminali che operano all’interno dell’uni - versità che rapiscono le ragazze tunisine e le inviano in Siria, dove sono costrette a prostituirsi per gli insorti».
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