L’antisemitismo infiamma la Francia
Commento di Giulio Meotti
(Traduzione dall’inglese di Yehudit Weisz)
http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/13071#.UVhFAIlhic0
Giulio Meotti Bezons, la targa dedicata al terrorista palestinese
In Francia si diffonde l’antisemitismo, non c’è più alcuna vergogna, nessuno viene più accusato d’istigazione – si tratta in fondo solo di ebrei.
“Un politico francese rende gli onori all’assassino arabo di un ministro israeliano", così i titoli dei giornali.
Intellettuali, accademici, scrittori, Premi Nobel, giornalisti e politici sono diventati tolleranti nei confronti del male, sottovalutando comportamenti criminali contro gli ebrei.
Il mese scorso il municipio di Bezons, un sobborgo di Parigi, dove il famoso scrittore antisemita Louis Ferdinand Céline aveva lavorato come medico, ha concesso la cittadinanza onoraria a Majdi Rimawi Rahima, il terrorista palestinese che è stato condannato al carcere a vita in Israele nel 2001, per aver assassinato l’allora Ministro del Turismo Rehavam Ze’evi.
Il Sindaco, Dominique Lesparre, membro del partito comunista francese, invece di sentirsi obbligato a ritrattare la sua decisione e accusato per aver permesso che la città rendesse gloria e onore al terrorismo arabo, ha invece ricevuto molte lettere di approvazione.
Jacques Bourgoin, un membro del Comune di Gennevilliers, ha scritto al sindaco di Bezons: “Noi siamo, con tutto il cuore, impegnati a fianco della lotta palestinese per ottenere giustizia e pace”.
Il messaggio è chiaro: solo una nazione su questo pianeta è considerata virtualmente priva di un popolo: Israele. La Francia ha contribuito a continuare la Shoah perché i suoi leader avevano in sè la volontà di farlo. L’orrenda vicenda di Bezons dimostra che lo spirito giudeofobico in Francia è ancora vivo e vegeto.
Marwan Barghouti
All’arciterrorista palestinese Marwan Barghouti è stata concessa la cittadinanza onoraria da una vasta rete di città francesi come Pierrefitte sur-Seine, una cittadina nella periferia nord di Parigi. Una sua foto è stata esposta al municipio di Stains di fronte ad una grande folla, compresi i dipendenti del municipio, parlamentari e sindaci francesi, accanto alla bandiera francese e al motto “Liberté, égalité, fraternité” richiedente la sua scarcerazione. Il sindaco di Bezons ha ricevuto un altro messaggio di sostegno da Jean-Claude Lefort, un politico della sinistra francese: “Rinnovando la mia totale solidarietà, volevo congratularmi con te”.
Ma ancora più sorprendente il fatto che Alima Boumediene-Thiery, ex- membro del Parlamento Europeo (1999-2004) ed ex-membro del Senato di Francia (2004-2011) rappresentante la città di Parigi, distribuisse volantini nei quali difendeva il consiglio comunale di Bezons per aver premiato il terrorista palestinese che uccise il ministro Zeevi. Il suo ruolo a livello nazionale non le ha impedito di rendere gli onori all’assassino arabo di un ministro del governo israeliano.
Ecco come vanno le cose in Europa.
I paesi europei una volta perseguivano l’incitamento all’odio, come avveniva con i crimini di guerra. E’ avvenuto durante il processo di Norimberga contro i capi nazisti, poi durante il processo di un tribunale internazionale in Tanzania nel 2003, quando i giornalisti hutu, Hassan Ngeze, Fernand Nahimana, e Jean-Bosco Barayagwiza, sono stati giudicati colpevoli di aver usato la “Radio-Télévision Libre des Mille Collines” e un periodico per incitare allo sterminio dei tutsi, pubblicando liste con i nomi delle persone da uccidere. In Francia, uno dei criminali più ricercati al mondo è stato catapultato al rango di un eroe, venerato a livello internazionale come un “liberatore”, non solo per i suoi crimini, ma anche per il culto occidentale del terrorismo arabo.
Klaus Barbie
Come dimostra l’affair Bezons, la Francia è ancora affascinata dal ghigno di Klaus Barbie, il capo della Gestapo che nel 1997, nel tribunale di Parigi che lo giudicava, aveva riso per tutto il tempo in cui le vittime ebree descrivevano le torture. La Francia fa sì che questo nuovo “fiore del male”, un fiore che puzza di odio, cresca nel proprio ben curato giardino.
Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. Informazione Corretta pubblica in lingua italiana - nella rubrica “Meotti International”- i suoi articoli scritti in inglese per le testate sopra citate.