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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.04.2013 La Lego blocca la produzione di un gioco per le proteste degli islamisti
il kit ricorderebbe troppo la moschea di Santa Sofia a Istanbul

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 aprile 2013
Pagina: 13
Autore: Redazione del Corriere della Sera
Titolo: «'Quel gioco è anti-islamico'. La Lego cede e lo ritira»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/04/2013, a pag. 13, l'articolo dal titolo "«Quel gioco è anti-islamico». La Lego cede e lo ritira".


Il 'Palazzo di Jabba' della Lego

Le accuse di «anti-islamismo» contro la Lego non sono un gioco, e fanno cambiare all'azienda i suoi piani di produzione per il 2014. Uno dei giochi dedicati alla serie di «Guerre stellari», quello che riproduce il Palazzo di Jabba, sarà ritirato dal mercato perché «troppo simile» alle moschee di Istanbul e Beirut. La protesta contro i famosi mattoncini colorati, secondo quanto riportato dalla stampa britannica, è partita nel gennaio scorso in Austria, da parte della comunità musulmana locale. La dimora di Jabba, l'ultracentenario lumacone alieno che nella saga cinematografica è a capo di un impero criminale, ricorderebbe la moschea di Santa Sofia di Istanbul. Non solo: la torre di avvistamento sembrerebbe una vera e propria «copia del minareto della moschea di Jami al Kabir a Beirut». La prima denuncia è arrivata da un padre, membro della comunità turca in Austria, che aveva riconosciuto tra i giocattoli del figlio la scatola di costruzioni incriminata. Affiancare un personaggio tanto negativo a un palazzo che ricorda luoghi sacri gli è parso oltraggioso. Jabba, infatti, viene descritto come un terrorista che fuma continuamente narghilè e tiene segregata nella sua torre, che ricorderebbe un minareto, la bella principessa Leila. «Non è possibile che un gioco come questo stia nella stanza di un bambino», aveva denunciato l'uomo, seguito a ruota dalle altre voci della comunità islamica austriaca. I vertici della Lego hanno risposto alle accuse, cercando di trovare un accordo con i rappresentanti musulmani, prima che la situazione si facesse ancora più infuocata. Dopo una riunione, l'azienda danese, che ha ottant'anni di storia alle spalle, ha acconsentito alla richiesta di togliere dalla produzione il gioco a partire dal prossimo anno. La decisione non sarebbe però un'ammissione di colpa: la Lego, infatti, ha sempre negato ogni rapporto diretto tra la struttura del maniero giocattolo e quella degli edifici islamici. L'intento di quei mattoncini sarebbe stato solo quello di ripercorrere la saga cult di «Guerre stellari», senza nessun altro riferimento nascosto.

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