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In difesa di Gilad Shalit 02/04/2013

Shalit non sarà l’eroe tanto caro e osannato spesso dalla cultura ufficiale e dal mito classico. Un fatto è certo Israele non ha bisogno di eroi morti inconsapevolmente o vittime ignare della barbarie antisemita.
E’ un bene che il ragazzo sia vivo, anche se il prezzo pagato da Israele è sproporzionato: mille ventisette terroristi sghignazzanti che, dai finestrini degli autobus alzavano beffardi in segno di vittoria le dita; in cambio di un giovane inesperto che si è trovato coinvolto in una situazione imprevista.
Per questa ingenuità ha pagato un prezzo altissimo non più recuperabile. Cinque anni rubati alla sua esistenza.
Vivere segregato dal mondo per cinque anni non sarà un atto di eroismo ma dimostrano la sua impotenza e il timore quotidiano di essere eliminato.
Non tutti sono Pietro Micca o Muzio Scevola (il masochista).
Come non sia uscito di senno da un interminabile periodo di segregazione è un mistero.
Un dato è certo: voleva vivere, non è crollato cercando di porre fine alla sua prigionia togliendosi la vita o perdendo definitivamente la ragione.
Non sarà un eroe ma chissenefrega, in compenso ha mostrato di possedere un carattere eccezionale e una volontà ferrea.
Quanti giornalisti e tuttologi del settimanale "Sof Shavua" avrebbero resistito nelle sue condizioni? Questi articoli non fanno che deprezzare un giovane militare israeliano, facendo una propaganda ambigua che, può solo nuocere agli occhi del mondo sull’immagine di Tzahal.
Gilad non era circondato da aguzzini che la sera gli cantavano la ninnananna. Non è un eroe e allora?
Speriamo che questo ragazzo esile e introverso non porti con sé i traumi di quella ignobile e crudele “detenzione”.
Tutto il mondo ha seguito con trepidazione la sua prigionia.
Ho ammirato in lui, la tenacia nel non demordere, con la segreta speranza che Israele avrebbe fatto di tutto per liberarlo o, almeno averne indietro i resti.
Ha-Shem non ha permesso che il suo nome fosse incluso nella lista delle vittime della barbarie terrorista.
Per me Gilad Shalit non è un eroe reboante al quale si possono attribuire azioni eccezionali, ma nella sua odissea personale, rimane un esempio di stoicismo ammirevole, che supera i miti fasulli dai quali siamo bombardati quotidianamente dall’informazione settaria ipocrita e bugiarda che, ci ammannisce come veri, avvenimenti manipolati e le ambigue emanazioni politiche delle redazioni e “case editrici ovili” che, pascolano i loro greggi belanti.

Jean Génois


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