Al Qaeda sempre più forte in Maghreb commento di Pio Pompa
Testata: Il Foglio Data: 02 aprile 2013 Pagina: 3 Autore: Pio Pompa Titolo: «E’ nel Fezzan la centrale operativa del jihad nordafricano»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 02/04/2013, a pag. 3, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "E’ nel Fezzan la centrale operativa del jihad nordafricano".
L'account di al Qaeda nel Maghreb su Twitter
Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) ha annunciato giovedì scorso il suo esordio su Twitter, sotto il nome di @alandalous_Media, tornando a minacciare la Francia. Il suo “cinguettio”, però, non proveniva dal massiccio dell’Adrar degli Ifoghas, nel nord del Mali, ma dalle distese desertiche del Fezzan, nel sud della Libia, dove Aqmi ha trasferito buona parte del proprio centro di comando logistico e organizzativo. Lo stesso cui farebbe capo anche la filiera che si occupa della realizzazione e gestione dei sequestri di persona. In uno dei tweet, che rinvia contestualmente a un comunicato stampa di al Fajr Media Center (organo ufficiale per la comunicazione di al Qaida), il gruppo terrorista invita le famiglie degli ostaggi francesi a fare pressione su François Hollande affinché ritiri le truppe dal Mali. Ciò conferma come la regione libica del Fezzan, dove si troverebbero attualmente gli ostaggi, sia divenuta uno snodo nevralgico della commistione operativa tra i jihadisti libici, guidati da Soufiane Ben Qoumou e Abdelbasset Azouz, e quelli del network di Aqmi. Una cooperazione che, specie dopo i fatti di In Amenas, non è sfuggita all’intelligence americana. Da qui la richiesta del Pentagono rivolta a fine gennaio al governo del Niger di poter installare una base di droni a Niamey e una squadriglia di piccoli aerei spia, gli U-28, ad Agadès. Richiesta prontamente accolta dal presidente nigerino, Mahamadou Issoufou, anche per le forti pressioni esercitate da Parigi, interessata ad assicurarsi il sostegno statunitense nelle attività d’intelligence nel Sahel. Il 22 febbraio, in una lettera inviata al Congresso, Barack Obama ha annunciato il dispiegamento in Niger di un centinaio di specialisti “per rafforzare le attività d’intelligence nella regione”. A ogni modo, non sarà il massiccio dell’Adrar degli Ifoghas (trasformato dai jihadisti in un labirinto di cunicoli e passaggi segreti invisibili dal cielo) l’obiettivo principale dei droni e degli aerei spia inviati da Washington. Il massimo degli sforzi verrà esercitato lungo le direttrici care agli jihadisti, quelle del traffico di droga e armi, che collegano il nord del Mali al sud della Libia percorrendo tutta l’area di confine tra Algeria e Niger. Colpire tali direttrici ridurrebbe drasticamente il potenziale offensivo ed economico di Aqmi e dei suoi alleati finendo con l’isolare di fatto l’enclave jihadista libica del Fezzan e, con essa, la principale retrovia dei gruppi terroristi attestati nel nord del Mali. La crisi maliana è destinata a durare nel tempo e ad assumere sempre più caratteristiche transfrontaliere. Ne sembra consapevole lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, quando ha proposto di affiancare al contingente di pace che verrà dispiegato nel Mali (forte di 11.200 uomini), una “forza parallela in grado di condurre importanti operazioni di combattimento e controterrorismo”.
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