martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.04.2013 La Shoah nell’arte. Nel nuovo Museo di Plock, Polonia
commento di Michael Levi

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 aprile 2013
Pagina: 1
Autore: Michael Levi
Titolo: «La Shoah nell’ arte. La disperazione dipinta nei quadri per sfogare un dolore profondo nell’ anima»

La Shoah nell’ arte. La disperazione dipinta nei quadri per sfogare un dolore profondo nell’ anima
commento di Michael Levi


Michael Levi, Vice Presidente, membro del Board Beit Polska, Unione delle Comunita' Ebraiche Liberali della Polonia. Membro del World Union of Progressive Judaism (www.wupj.org)


 Felix Tuszynski

Durante la mia prima visita al Museo per il ricordo degli Ebrei della regione Mazovia recentemente aperto a Plock, ho notato dei dipinti che mi hanno colpito profondamente. Ho cosi scoperto la storia di un artista sopravvissuto alla Shoah, oggi famoso e residente in Australia, chiamato Felix Tuszynski. Nacque a Plock nel 1922, in una via centrale della citta’ a pochi passi dalla Sinagoga e dal quartiere Ebraico, in una via chiamata Gerusalemme.  Oggi ha 91 anni, ma rimane una persona lucida che conserva ricordi netti sul periodo della Shoah e sulla spietatezza dei sui aguzzini tedeschi nazisti. Ricorda il dolore, le sofferenze, le ingiustizie, la fine drammatica della madre e dei fratelli oltre a quella degli amici e dei vicini di casa. Il Padre mori all’ inizio della guerra, il fratello maggiore David si arruolo’ nell’ esercito Polacco per difendere il paese durante l’ invasione, e non ritorno’ mai piu’ a casa. Il fratello Roman invece fu disperso all’ arrivo della Wermacht in citta’. Felix ricorda gli inizi della tragedia, era a Lodz con la madre e con il fratello piu’ giovane  e la sorella quando fu rinchiuso nel ghetto di Lodz nel Settembre 1939. La vita nel ghetto era terribile, una lotta per la sopravvivenza nel gelido freddo invernale. La madre vendette tutti i suoi averi per acquistare delle razioni di cibo aggiuntivo, voleva far sopravvivere i suoi figli. Di notte usciva dal ghetto per poter vendere i suoi beni e comprare cibo, era rischioso in quanto quelli che trasgredivano agli ordini dei nazisti ed uscivano dal ghetto, se catturati, venivano condannati a morte ed inviati immediatamente al campo di sterminio di Treblinka. Un giorno accadde proprio il peggio, la madre fu vista dalle SS ed arrestata, e fu caricata sui vagoni dei treni in partenza per Treblinka. Il giovane Felix, che aveva poco piu’ di 18 anni, la salvo’. Riusci a farla scendere dal treno, rischiando la sua vita. La madre disperata, smise di mangiare le sue razioni per lasciarle ai figli. Mori’ in poco tempo tra le braccia dei suoi figli in quel maledetto ghetto. Nel Agosto del 1944 il ghetto di Lodz fu liquidato, e tutti gli ebrei furono caricati sui vagoni dei treni ed inviati ad Auschwitz. Il viaggio rimase sempre impresso nei ricordi di Felix, un viaggio agghiacciante. C’era lui con il fratellino di 13 anni e la sorella. Tutt’intorno la disperazione di persone che non sapevano quale sarebbe stato il loro destino. Lunghe code e poi il terribile viaggio, stipati in un vagone con piu’ di 140 persone. Ricorda di persone che morivano in piedi, troppo deboli per sopportare quel viaggio senza acqua ne cibo. All’ arrivo ad Auschwitz si ricorda la terribile selezione, il fratellino Moniek venne considerato non adatto al lavoro e quindi selezionato per le camere a gas. Il fratello diede la sua razione di cibo a Felix, perche’ aveva capito il suo destino. Felix e la sorella invece vennero considerati adatti al lavoro, Felix fu marcato con il numero 64464.
 Felix poi venne trasferito in Germania in un campo di lavoro forzato poi liberato nella primavera del 1945 dai soldati Americani.

Memories of Auschwitz II  Memories of Auschwitz I

Memories II    Memories I

Reinizio’ una nuova vita in Australia affermandosi come pittore. Alcuni dei suoi dipinti trasmettono fortissimi emozioni, che ti fanno rabbrividire. Si riesce a cogliere la disperazione. Felix dipinge i volti degli ebrei durante la Shoah, i volti delle vittime. Felix dice che la sua arte è stato un 'urlo' che l’ ha aiutato a dissipare i ricordi terribili. Per noi invece la sua arte rimane un ricordo fortissimo, che ti spinge ad urlare con forza: mai più!

Ha donato i suoi quadri al museo di Plock, perche’ tutti possano vederli e ricordare. I dipinti sono attualmente in mostra nel museo.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT