Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 28/03/2013, a pag. 17, l'articolo di Rolla Scolari dal titolo "E gli israeliani volano a Cipro per le unioni civili "
Il matrimonio civile è una delle battaglie che i partiti laici potranno affrontare in questo governo, nel quale non sono rappresentati i partiti religiosi.
Rolla Scolari
L’ufficio di Wedding Tours è all’ottavo piano di un palazzone. È minuscolo e di bello ha soltanto la vista sul mare. Non ci sono fiori o nastri bianchi a suggerire che l’attività principale dell’agenzia è organizzare matrimoni. «Non sono necessari. Le coppie non passano da qui», spiega Igal Lukianovsky, il giovane manager. Ci vogliono 24 ore per recuperare online le carte e pianificare il viaggio. Il lavoro di Igal è organizzare matrimoni civili nella vicina isola di Cipro, dove le banche falliscono ma il panorama è ottimo per le cerimonie e la burocrazia leggera. È un buon business in Israele ed è in crescita. Nel Paese, l’influenza delle comunità religiose ultraortodosseuna minoranza-è forte sull’intera società: per esempio i mezzi pubblici non funzionano il sabato e non esiste il matrimonio civile. Il dibattito sul rapporto tra Stato e sinagoga è a tratti feroce. In questi giorni, con un nuovo governo, il primo in molti anni dal quale mancano i partiti religiosi, c’è chi spera in qualche cambiamento, almeno sul fronte delle unioni civili.
Per ora, però, si continua a volare a Cipro. Fino all’inizio degli anni Novanta, le poche persone che andavano all’estero per le nozze lo facevano per ideologia: laici o atei che facevano un gesto politico. Poi, con la caduta dell’Unione Sovietica e l’arrivo in Israele di migliaia di russi, la situazione è cambiata. «Ancora oggi molti immigrati russi - spiega Dan Christal, cerimoniere esperto di questioni matrimoniali- sono considerati ebrei dalle leggi d’immigrazione ma non dalle strette regole del Rabbinato ». Ecco perché la maggior parte delle coppie che oggi scappa a Cipro per dire «sì» è formata da un russo o una russa e un israeliano.
Il volo da Tel Aviv arriva a Larnaca alle 8 del mattino. Il viaggio è corto. Tutto è pronto: l’autista, la guida che porta la coppia in uno dei comuni dell’isola. La cerimonia è breve. Il pacchetto prevede una veloce visita a Larnaca mentre un dipendente dell’agenzia di viaggio di turno porta i documenti per il timbro al ministero dell’Interno. Molti volano a Cipro in giornata, con un costo totale a persona di 500 euro circa, spiega Igal che ha organizzato il viaggio per 920 coppie nel 2012. Altri restano alcuni giorni con amici e parenti.
Il problema delle nozze civili in Israele si pone anche a quegli israeliani che sposano uno straniero non disposto alla conversione. Valentina Cinatti ha 36 anni, vive a Tel Aviv ma è di Firenze. Ha conosciuto suo marito Ido in Italia. Si sono sposati a Cipro nel febbraio del 2011. Valentina era incinta. Quando il piccolo Daniel è nato, in aprile, i documenti delle nozze civili non erano ancora stati processati dalla burocrazia locale. Per riconoscere suo figlio Ido ha dovuto sottoporsi al test del Dna e per un certo periodo il neonato ha portato il cognome della madre. Non è soltanto una penosa questione burocratica, racconta Valentina: la parte più difficile sta nel «non sentire un senso di appartenenza». Anche per questo la coppia si trasferirà presto in Germania. C’è poi chi a Cipro ci va anche se avrebbe potuto sposarsi in Israele. Noga Harel è una determinata ragazza di Tel Aviv. Suo marito è israeliano, entrambi sono ebrei. Noga però non ha nessuna intenzione di sottostare alle regole del Rabbinato. Vuole un matrimonio civile e lo avrà fra pochi giorni: un breve viaggio a Cipro e unacerimonia a Tel Aviv creata dagli sposi su misura. «Sarà incentrata sull’amore e l’amicizia: quello in cui crediamo io e Shay», il futuro marito, dice.
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