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Ugo Volli
Cartoline
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Antisemitismo e odio per Israele in Italia: è ora di parlarne 25/03/2013
" Antisemitismo e odio per Israele in Italia: è ora di parlarne "
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

a destra, Beppe Grillo

Cari amici,

su questa rubrica parliamo tanto di Eurabia, discutiamo di quel che fa il governo norvegese e il comune di Malmoe, ci interessiamo delle imprese autostradali dei lord inglesi (di origine pakistana e poverini perseguitati dagli ebrei per questo), dei crimini antisemiti in Francia e delle politiche ungheresi, ma ormai è arrivato il momento di occuparci del nostro Paese. Che di antisemitismo ha un'antica tradizione, e negli anni dell'egemonia democristiana, di Craxi e del compromesso storico era naturalmente schierata in senso filoarabo - cioè antisraeliano -, fino ad accettare quel "lodo Moro" denunciato da Cossiga, per cui i terroristi palestinesi avevano libero campo in Italia; ma che negli ultimi vent'anni è stata per lo più vicina a Israele, almeno quando il presidente del consiglio era Berlusconi e non Prodi o D'Alema.

Oggi le cose stanno cambiando di nuovo, non solo perché ha avuto successo la scalata della sinistra radicale sul PD (si pensi solo al caso dei sindaci "arancione" cioè estremisti e anche pregiudizialmente antisraeliani, ma votati dal PD come quelli di Milano, Palermo, Napoli, Genova; o si pensi a chi è stato eletto di nuovo dal PD presidente della Camera); ma soprattutto per il fenomeno Grillo. Che è, lo sappiamo bene, il frutto della crisi economica, dell'insoddisfazione generale, dell'inadeguatezza dell'offerta politica: un voto di protesta. Ma che presenta elementi di ambiguità molto, molto preoccupanti. Grillo stesso, innanzitutto, con le sue dichiarazioni filoiraniane e in generale antioccidentali, spesso formulate in termini così grotteschi da nasconderne il lato preoccupante; i suoi parlamentari e militanti, in cui si mescolano persone molto diverse fra loro, talune apprezzabili, altre inaccettabili, ma che in genere risentono di un'ideologia no-global che viene da lontano dal Sessantotto e si porta dietro moltissime tracce di rifiuto della democrazia, della mediazione, di pregiudizio antisraeliano e talvolta di antisemitismo bello e buono. Basta scorrere il blog di Grillo, o meglio usare il motore di ricerca per vedere quel che vi si scrive a proposito degli ebrei, e che viene tranquillamente tollerato. Non è detto naturalmente che tutti gli elettori di Grillo condividano gli insulti e le calunnie che si trovano in questo modo, anzi c'è proprio da sperare che non lo facciano e abbiano votato Grillo contro gli altri e non per le idee che circolano nel suo movimento. Ma la storia insegna che una volta che un movimento ha successo, la sua ideologia si stabilizza e difficilmente elimina le sue scorie.


Riccardo Pacifici

Che devono pensare gli ebrei di questa situazione? Hanno ragione di preoccuparsi, come tutti gli altri italiani (perché un governo con le idee di Grillo sarebbe un disastro economico e sociale, la distruzione di quel che resta della nostra economia e della nostra democrazia rappresentativa) e anche un po' di più, perché per la prima volta si trovano a essere bersaglio diretto di un movimento politico che non sono i quattro gatti spelacchiati, magari pericolosi ma senza seguito di un gruppo neofascista, ma di chi rappresenta un quarto dell'elettorato italiano. Ha fatto dunque benissimo Riccardo Pacifici, il più acuto e attivo dei dirigenti ebraici in Italia, a segnalare il pericolo, come IC vi ha già informati (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=48525).  Pacifici esprime una preoccupazione diffusa nell'ebraismo italiano, un sentimento di allarme condiviso e si è mosso rapidamente e concretamente, come fa sempre, per renderlo pubblico. Grillo ha risposto in maniera piuttosto dura, vi è stata una polemica, che forse sfocerà in un chiarimento diretto.

Qui si apre una pagina un po' triste, perché contro Pacifici c'è stata una dichiarazione del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiana, avvocato Gattegna, in cui si legge: "Per quanto riguarda le polemiche su Beppe Grillo e il movimento da lui ispirato, riteniamo che all'interno di M5S siano presenti diverse anime e diverse metodologie in quanto il movimento stesso è riuscito a raccogliere e interpretare un malcontento e un desiderio di rinnovamento che certamente è in fase crescente nella nostra società. Nei confronti di questo movimento è indispensabile, prima di esprimere giudizi definitivi, verificare attentamente i suoi concreti comportamenti. L'intervista rilasciata dal presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici al quotidiano israeliano Haaretz ha il valore di una sua riflessione e non di una linea definita dagli organi rappresentativi." (http://www.ucei.it/) Una scomunica bella e buona, che in documenti interni all'Ucei ha assunto toni ancora più duri, con l'accusa a Pacifici di violare lo statuto dell'Ucei esprimendosi su temi generali. Come se l'ebraismo italiano fosse il vecchio partito comunista del centralismo democratico in cui nessuno poteva parlare senza l'autorizzazione di Togliatti.

Al di là degli aspetti politici e statutari, che a noi non interessano (ma ci fanno una gran tristezza, se sono impiegati per reprimere un sentimento che nelle comunità ebraiche è molto forte), chi ha ragione fra Pacifici che dice che bisogna "essere vigili di fronte ai molteplici commenti postati sul suo blog che richiamano la cultura dell’estrema destra e dell’estrema sinistra e che spesso sono ostili nei confronti degli ebrei e di Israele" e chi si ferma di fronte al fatto che " all'interno di M5s sono presenti diverse anime e diverse metodologie"? In realtà si tratta di un  conflitto ormai endemico fra un'anima dell'ebraismo preoccupata per l'antisemitismo che cresce in Europa e un vertice che preferisce ignorare il pericolo. Per esempio c'è stata un'altra polemica, nei giorni scorsi, perché di fronte ai gesti di vero e proprio antisemitismo che vengono dall'Ungheria Pacifici ha reagito annunciando una riunione di solidarietà del suo consiglio da tenere a Budapest al più presto, un primo segno della solidarietà internazionale alla comunità ebraica sotto tiro, e la cosa non è stata affatto gradita al vertice dell'Ucei.

Lasciamo questa parentesi e torniamo all'inizio. La situazione italiana è di nuovo assai preoccupante. Per una via strana, attraverso un comico genovese e i suoi seguaci, chi si occupa di antisemitismo e politica deve ormai tenere sott'occhio con molta attenzione anche l'Italia. E' un fatto molto preoccupante. La storia non procede mai in maniera lineare ed è difficile dire oggi come si risolverà la terribile crisi economica e sociale che stiamo attraversando, che presenta tante analogie con quel 1929 che fra i suoi effetti ebbe l'affermazione dei fascismi in tutt'Europa. E' necessario vigilare, badare a tutti i segnali, denunciare i pericoli. Per fortuna oggi, a differenza di ottant'anni fa, vi è una difesa dall'antisemitismo, che si chiama Israele.

Ugo Volli

PS: Questa sera inizia la festa di Pesah, "il tempo della nostra libertà". Faccio gli auguri a tutti i lettori: Hag Pesah Sameah, felice festa di Pesah. Durante i giorni di festa solenne (i primi due e gli ultimi due degli otto della festa) le mie cartoline non usciranno, con l'eccezione di una riflessione sul suo significato che ho scritto e sarà pubblicata domani.


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