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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.03.2013 Libano-Siria: un confine sempre più caldo
Commento di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 marzo 2013
Pagina: 35
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Le dimissioni del Premier libanese, un caos che non dispiace a Damasco»

Sul CORRIERE della SERA, di oggi, 24/03/2013, a pag. 35, con il titolo " Le dimissioni del Premier libanese, un caos che non dispiace a Damasco", Davide Frattini analizza il rapporto Siria-Libano.


Davide Frattini

Il suo uomo più fidato è stato ammazzato il 19 ottobre dell'anno scorso, un'autobomba in un quartiere cristiano di Beirut. Il generale Ashraf Rifi deve lasciare l'incarico in modo meno cruento (fra un mese lo aspetta la pensione) ma non meno esplosivo per la politica libanese, sconquassata dalla guerra siriana dall'altra parte del confine.
Il premier Najib Miqati avrebbe voluto prolungarne il mandato alla guida della Sicurezza Interna, perché il comandante è considerato dai sunniti una delle ultime protezioni contro gli influssi destabilizzanti del regime di Damasco e del suo alleato Hezbollah. Che ha la maggioranza nel governo e si è opposto al progetto del primo ministro.
Miqati non ha accettato il veto e si è dimesso a un paio di mesi dal voto, la motivazione ufficiale sono i disaccordi sulle modifiche alla legge elettorale. Adesso i partiti politici (il «14 Marzo» del sunnita Saad Hariri e la formazione del druso Walid Jumblatt) potrebbero spingere per una coalizione di unità nazionale, che lasci fuori il movimento sciita sostenitore di Bashar Assad. La mossa porterebbe la quiete in parlamento (almeno fino a giugno), non placherebbe le tensioni nelle strade. A Tripoli, fortezza sunnita e città d'origine di Miqati nel Nord del Paese, i morti negli scontri sono già sette da venerdì sera. La frontiera con la Siria è a pochi chilometri, da qui passano le armi e il sostegno ai ribelli. Per il clan di Damasco trascinare il vicino nel caos può rappresentare un vantaggio tattico.
Le milizie di Hezbollah combattono nei villaggi a maggioranza sciita al di là del confine, appoggiano il dittatore e rispondono agli ordini degli iraniani che non vogliono veder cadere Assad. Eppure esportare il conflitto siriano a Beirut non sembra nell'interesse del gruppo guidato dallo sceicco Hassan Nasrallah. Qualcuno tra i leader del movimento comincia a considerare l'aiuto offerto ad Assad come un errore strategico.

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