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Il Foglio Rassegna Stampa
22.03.2013 Bernard-Henri Lévy persona non gradita in Libia perché è ebreo
questo il ringraziamento al filosofo che si è battuto per la caduta di Gheddafi

Testata: Il Foglio
Data: 22 marzo 2013
Pagina: 3
Autore: Editoriale del Foglio
Titolo: «B.-H. Lévy non è gradito in Libia»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 22/03/2013, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "B.-H. Lévy non è gradito in Libia".


Bernard-Henri Lévy

Come scritto nell'editoriale che segue, Bernard-Henri Lévy si è battuto molto per la libertà della Libia e la sua liberazione dalla dittatura di Gheddafi. In tutto ringraziamento, dato che è ebreo, ora è 'persona non gradita' in Libia.
Non è la prima volta che i ribelli libici si rivoltano contro chi li ha aiutati nella loro causa, com'è successo agli Stati Uniti, il cui ambasciatore, Chris Stevens, è stato assassinato l'11 settembre scorso. 
 
Ecco il pezzo:

Il nouveau philosophe Bernard-Henri Lévy è stato l’architetto intellettuale dell’intervento militare della Nato in Libia, l’attivista-scrittore che ha spronato il presidente Nicolas Sarkozy a farsi portavoce della necessità di abbattere il regime del colonnello Gheddafi. Foreign Policy, in un corsivo dedicato al rentier parigino, ebbe a definirlo “il filosofo più potente del mondo”, considerato il ruolo avuto nel convincere l’Eliseo a intervenire in Libia. “BHL”, come viene chiamato, avrebbe dovuto essere accolto dal nuovo governo libico come un novello André Malraux. Un liberatore in camicia bianca sbottonata. Ieri invece le autorità di Tripoli hanno stabilito che Lévy è “persona non grata”. Niente tour celebrativo in Libia al fianco di Sarkozy e degli uomini che hanno defenestrato il colonnello. Il motivo? Bernard-Henri Lévy è ebreo. Secondo una fonte vicina a BHL, Sarkozy voleva cancellare il viaggio ma Lévy lo ha convinto ad andare comunque. Il primo ministro libico Ali Zeidan ha confermato che BHL alla fine non è stato invitato. L’interventismo occidentalista, guidato da Lévy, aveva presentato una guerra organizzata nelle regioni orientali della Libia, da sempre ostili al potere centrale di Tripoli, come una lotta di liberazione popolare contro un tiranno che faceva affari con l’occidente. Il citoyen pasciuto di ingerenza umanitaria, che nessuno meglio di Lévy è in grado di rappresentare, aveva ipnotizzato l’opinione pubblica occidentale per guidare una guerra dall’alto, nobile nella sua astrattezza letterale quanto sghemba nella sostanza. Ma alla fine BHL è rimasto vittima dell’anima nera celata nella grande parte dei conflitti mediorientali.

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