Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 19/03/2013, a pag. 33, l'articolo di Alberto Mattioli dal titolo "La Francia restituisce i quadri sottratti dai nazisti agli ebrei".
Aurelie Filippetti, Ministro della Cultura Louvre
Cinque su sette sono quadri di artisti italiani, il solito «made in Italy» di successo: Diziani, Fontebasso ( San Francesco da Paola), Alessandro Longhi, Gandolfi, Sebastiano Ricci ( Abramo e i tre angeli ). Poi ci sono un Palko e La sosta di van Asch. Erano esposti o in deposito nei musei francesi, ma domani la ministra della Cultura, Aurélie Filippetti, li consegnerà ai loro legittimi proprietari, cioè ai discendenti dei collezionisti ebrei cui i nazisti li avevano sottratti.
L’americano Thomas Selldorff recupererà sei tele appartenute a suo nonno, l’industriale austriaco Richard Neumann, grande collezionista del barocco italiano, già proprietario del Ritratto di Bartolomeo Ferracina di Pietro Longhi. Neumann fuggì da Vienna nel ‘38, ma riuscì a portare con sé a Parigi qualche quadro. Quando i nazisti arrivarono anche in Francia, li svendette per pagarsi il viaggio a Cuba, dove arrivò con 200 dollari in tasca. Il suo appartamento parigino fu svuotato dai tedeschi e i quadri destinati al museo che Hitler progettava di inaugurare a Linz, la sua città. Perché Selldorff potesse ritrovarli ci sono voluti tre anni di ricerche.
Il van Asch apparteneva invece al banchiere di Praga Josef Weiner, assassinato nei campi. I nazisti vendettero all’asta la sua collezione. Nel dopoguerra, il van Asch fu spedito per errore al Louvre dov’è rimasto in deposito fino a quando il figlio del secondo marito della signora Weiner, che si era messa in salvo a Londra, è riuscito a identificarlo.
Un rapporto della Commissione Cultura del Senato del 16 gennaio scorso chiedeva alla Francia di impegnarsi maggiormente per restituire le circa duemila opere d’arte conservate nei musei nazionali in mancanza di un proprietario identificato. La ministra promette di fare di più. Premesso che si tratta di «una questione morale», Filippetti annuncia al Figaro un cambiamento di metodo: «Finora, per far partire le procedure di ricerca si aspettavano le domande degli aventi diritto o dei loro discendenti». Adesso invece sarà la Francia ad attivarsi per cercare i legittimi proprietari, «che ci sia o no una domanda formale». Un gruppo di lavoro sta preparando un rapporto per l’anno prossimo. Nel frattempo, Filippetti ha ordinato una piccola misura molto significativa: «Tutte le opere d’arte senza proprietario esposte nei musei avranno un cartello esplicativo». Sperando che serva a fare giustizia.
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