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La Stampa Rassegna Stampa
15.03.2013 Francia e Gran Bretagna pronte ad armare i ribelli in Siria
cronaca di Alberto Mattioli

Testata: La Stampa
Data: 15 marzo 2013
Pagina: 28
Autore: Alberto Mattioli
Titolo: «'Armare gli insorti in Siria'. Parigi e Londra fanno da sole»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 15/03/2013, a pag. 28, l'articolo di Alberto Mattioli dal titolo "'Armare gli insorti in Siria'. Parigi e Londra fanno da sole".

In Siria, Francia e Regno Unito faranno da soli e riforniranno di armi i ribelli anche se l’Unione europea deciderà di continuare a stare a guardare il massacro. La svolta, già annunciata da David Cameron, è stata ribadita ieri dai francesi con un doppio annuncio. In mattinata, il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, è andato a farsi intervistare alla radio: «Non possiamo accettare - ha detto - che ci sia uno squilibrio: da un lato, Iran e Russia che forniscono armi a Bashar al Assad; dall’altro, i rivoltosi che non possono difendersi». Quindi togliere l’embargo europeo sulle armi è indispensabile. Parigi e Londra chiedono che il vertice sulla questione, previsto per fine maggio, sia anticipato. Ma se a Bruxelles non si troverà l’unanimità, agiranno autonomamente.

Più tardi, François Hollande in trasferta a Bruxelles ha argomentato così la decisione: «Siamo pronti a sostenere la ribellione, quindi siamo pronti ad arrivare a questo. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Pensiamo che una transizione politica debba essere la soluzione per la Siria. Ma non possiamo lasciar massacrare il popolo da un regime che non la vuole». Tanto più che «oggi delle armi sono già inviate in Siria, ma al regime, soprattutto dai russi».

Dopo due anni di guerra civile, scoppiata il 15 marzo 2011 e costata, secondo l’Onu, 70 mila morti (ma Hollande ha parlato di 100 mila), secondo Fabius «bisogna andare molto veloci». E ha aggiunto anche quanto: la Francia potrebbe iniziare le spedizioni entro la fine di marzo. L’Ue, al solito, è nell’imbarazzo. Secondo il portavoce di Catherine Ashton, responsabile di una politica estera che non c’è, «è sempre possibile iniziare una discussione». Ma è noto che diversi Paesi, la Germania è il più importante, sono contrari ad aiutare militarmente la ribellione.

Secondo l’annuale «Military balance», la bibbia militare appena pubblicata dell’Istituto internazionale per gli Studi strategici di Londra, le forze a disposizione di Assad sono ormai dimezzate a causa delle perdite e soprattutto delle diserzioni. Insomma, il regime sta perdendo la guerra. Proprio per questo, a detta di Aviv Kochavi, capo dell’intelligence militare israeliana, starebbe preparandosi a usare armi chimiche. La decisione di Parigi e Londra è stata salutata dall’opposizione siriana, per altro divisa. Il regime, ovviamente, le accusa invece di «violare il diritto internazionale».

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