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Bezons, Europa Cari amici, che ne direste se una cittadina come Frascati o Gallarate dedicasse una via a Lee Harvey Oswald? Non capite la domanda? Oswald, almeno secondo le versioni ufficialmente accreditate, fu l'assassino di John Kennedy (http://it.wikipedia.org/wiki/Lee_Harvey_Oswald). Per quelli che odiano l'America è forse una buona occasione per onorarlo. O forse preferite che Otranto o Tarvisio diano la cittadinanza onoraria a Sirhan Bishara Sirhan che da quel che so è ancora vivo, e ha anche il vantaggio di essere di origini giordane, cioè "palestinesi"? Probabilmente non lo conoscete: è l'assassino del fratello di JFK, Robert Kennedy (omicidio fra l'altro dichiaratamente legato alle vicende del Medio Oriente: http://it.wikipedia.org/wiki/Sirhan_B._Sirhan). O magari vi piacerebbe un monumento a Scandicci per Christer Pettersson , sospetto assassino del primo ministro svedese Olof Palme (http://it.wikipedia.org/wiki/Olof_Palme)? O che il Brasile, dopo aver concesso l'asilo politico al rapinatore terrorista Cesare Battisti desse la sua cittadinanza a Mario Moretti, l'assassino di Aldo Moro (http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Moretti)? Ecco, credo che in tutti questi casi un'ondata di sdegno esploderebbe: l'esaltazione del terrorismo è sempre oscena ed è particolarmente intollerabile nei casi pubblici. Che un'ente pubblico, una città o uno stato onorino un terrorista significa "ammazzare quella persona, far saltare quella bomba, sparare quel colpo di pistola è stato giusto, così giusto da fare eccezione alle regole giuridiche e politiche della convivenza umana che dappertutto e sempre proibiscono l'omicidio". Come avete letto ieri su Informazione Corretta o sull'originale nel Foglio, per l'ottima penna di Giulio Meotti (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=48412), è quel che è accaduto nella cittadina francese di Bezons, che ha concesso la cittadinanza onoraria a Majdi al Rimaw , terrorista palestinese reo confesso di avere ammazzato dodici anni fa il ministro del turismo israeliano Rehavam Zeevi, e attualmente detenuto in un carcere israeliano (http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/french-town-fetes-palestinian-planner-of-israeli-minister-s-assassination.premium-1.508513). Non si tratta di un semplice atto politico. Dietro gli onori a un assassino del genere, c'è un odio infinito. Quel che questo atto dice è "uccidere gli israeliani (o diciamolo alla maniera dei palestinesi: uccidere gli ebrei) non è reato, anzi è un atto onorevole e degno di lode ufficiale. La morale di Eichmann, di Goering e di Hitler, portata al livello di un paesone della Banilieu parigina, noto peraltro per essere stato il luogo di lavoro di quell'altro simpatico scrittore di nome Louis-Ferdinande Céline, autore di alcuni romanzi che ne raccontano la fuga insieme alle truppe tedesche inseguite dagli alleati e soprattutto di alcuni brillanti pamphlet antisemiti, il cui più famoso si intitola, in maniera programmatica "Bagattelle per un massacro". Di ebrei, naturalmente. Il teatro di questa nobile impresa è la Francia, che non ha reagito finora. Gli intellettuali facili a firmare appelli sono stati zitti, i partiti anche, il governo non ha sciolto il consiglio comunale di Béziers, insomma, nulla. Quella stessa Francia dove nei giorni scorsi è stato trasmesso in televisione un film che sostanzialmente giustifica la strage di Tolosa (strage di ebrei, naturalmente) con una descrizione positiva dell'assassinio e della sua famiglia che gli è stata complice. La Francia da cui gli ebrei silenziosamente se ne vanno, se possono, a New York, come racconta Molinari in un bell'articolo (http://www.lastampa.it/2013/02/05/esteri/manhattan-terra-promessa-degli-ebrei-in-fuga-da-parigi-x3BokxVo3G22K5TtQclr9K/pagina.html), o in Israele. Voi dite: è la Francia. Purtroppo no, non è la Francia, è l'Europa. In Norvegia è appena emerso che i fondi governativi di assistenza all'Autorità Palestinese servono a finanziare il terrorismo e che il governo ne è pienamente consapevole (http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=8630). Cioè lo stato norvegese non dà la cittadinanza onoraria a tipi come Majdi al Rimaw dopo che sono stati condannati, ma paga i loro stipendi prima. E naturalmente tutto ciò passa per normale ed etico. Salvo che, come ha mostrato Manfred Gerstenfeld (http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/13004#.UUAh5ByQXbN), trucchi i criteri per mostrare che per carità, qualche atto antisemita nelle città norvegesi si commette, ma non più degli altri stati europei. E come la Francia e la Norvegia c'è il Belgio, l'Olanda, l'Ungheria. E noi abbiamo come deus ex machina politico un bel tipo che ha coperto di insulti Rita Levi Montalcini, sul cui blog Gad Lerner è bersaglio di insulti più razziali che politici, che si faceva consigliare in politica internazionale da suo suocero iraniano appena scomparso, naturalmente contro Israele e l'America. Un deus ex machina corteggiatissimo dai soloni altamente morali della sinistra. E' l'Europa, meglio, è Eurabia che nonostante le prove che portano a Hezbollah come autore dell'attentato a Burgas (Bulgaria, membro dell'UE) in cui morì una mezza dozzina di ebrei (pardon, israeliani dunque colonialisti) e quelle che mostrano come si stava preparando un attentato analogo a Cipro (membro dell'UE anch'esso), rifiuta ostinatamente qualunque sollecitazione a inserire l'organizzazione sciita nella lista dei terroristi, il che le renderebbe almeno un po' più difficile lavorare (raccogliere soldi armi e personale, compiere nuovi attentati) nel territorio europeo. Bezons non è il simbolo della Francia ma della nostra buona Europa. Pensiamoci. Ugo Volli |
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