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Passato e Presente 12/03/2013

Giuro, non volevo, ma è successo. Questa mattina nella mia classe (una V di Scuola Superiore) spiegavo l'avvento del Fascismo in Italia, il cavalcare la protesta di un Paese in crisi, la violenza verbale, e non solo, dei ras, delle squadracce, ma anche la capacità oggettiva di un ex socialista massimalista di sfruttare l'incapacità e soprattutto le divisioni interne della sinistra italiana di allora (solo di allora? Mah!), il far apparire il suo come un movimento anti politico e anti partitico.
Solo alla fine della mia lezione, la collega che svolge le ore in compresenza con me, mi ha detto: "Come è tutto simile a quello che viviamo oggi in Italia!".
Io ho scosso il capo e ho semplicemente aggiunto: "Non avrei voluto che la mia lezione desse questa impressione, ma la storia non si cambia". Il guaio è che gli italiani tendono a non capirne il valore e quindi commettono troppo spesso gli stessi errori.
Mi piacerebbe avere un parere dal Prof. Volli,

cordialmente,
Lara Zinci

risponde Ugo Volli:

Gentile lettrice, la mia impressione è che, più che ripetersi, la storia continui sugli stessi binari. Detto in maniera più esplicita, che ci siano fattori di lunga durata che ne condizionano gli sviluppi momentanei.
Uno di questi fattori di lunga durata è l'anticapitalismo della sinistra, che risente sempre della tentazione del dirigismo; un'altra è il luddismo, l'idea che i mali vengano dalla modernità e dal progresso; un'altra ancora è l'antiliberalismo, la diffidenza verso la libertà individuale sul piano economico, politico e sociale.
Aggiungo che un'altra tendenza connessa è l'antisemitismo.
Spesso queste posizioni di "sinistra" generano posizioni di "destra", ma i contenuti non cambiano.  Oggi siamo immersi in un'ondata di questo tipo. Possiamo solo sperare che non sia davvero uno tsunami come vorrebbe Grillo, ma solo una delle alte maree antidemocratiche che si succedono periodicamente da due secoli almeno

Cordialmente,
uv


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