Copia di mail inviata al Venerdi' di Repubblica:
segreteria_venerdi@repubblica.it
Cc: rubrica.lettere@repubblica.it
Sono un lettore abituale del Venerdì di Repubblica che leggo sempre con piacere , ma l'articolo di Ascanio Celestini dal titolo “Lettera da Hebron dove case e giustizia ora sono al buio” pubblicato sul Venerdì di Repubblica del 1 Marzo 2013 l'ho trovato veramente insopportabile.
Viene riportata la mail di di un non meglio precisato Fabio, volontario della Operazione Colomba, dal villaggio palestinese di Tuwani a sud di Hebron. Si descrive una situazione degna di un pogrom o di una Gestapo nazista, fate voi, nella quale in una situazione di “occupazione militare fortissima” della Palestina vi sono check-point continui, arresti di massa, incursioni notturne con un esercito israeliano che come Fabio virgoletta “amministra” il territorio. Il non meglio precisato Fabio continua citando il fatto che i palestinesi sono oggetto di continui attacchi di coloni e retate dell'esercito e nel seguito dell'articolo, reitera il concetto che “Con l'inizio della seconda Intifada i coloni hanno iniziato ad attaccare i bambini”.
Il, presumo, pacifista Fabio riporta tutavia una situazione apparentemente paradossale ed inspiegabile, che il giornalista della Repubblica sembra non notare o commentare: il Parlamento israeliano ha stabilito che i palestinesi hanno il diritto di andare a scuola e ha richiesto all'esercito israeliano di scortarli.
Strano, l'esercito non era impegnato a fare arresti di massa, incursioni notturne e ad attaccare i bambini? Dalla mail se ne conclude dunque che tutti i giorni Fabio si dedica ad un'operazione utilissima per la pace: sta lì, evidentemente inebetito, a “monitorare questo singolare servizio di scorta” al quale non riesce ad abituarsi.
L'ipotesi più probabile per la sua difficoltà ad abituarcisi è forse che il “pacifista” non sarebbe in grado di convincere i miliziani di Hamas ad organizzare un simile servizio di scorta per i bambini israeliani.
Cordiali saluti
Daniele Liscia
PS. una piccola considerazione: quando un giornalista non ha tanta voglia di lavorare ed è a corto di idee per scrivere degli articoli avvicenti e documentati che possano suscitare l'interesse dei lettori, non trova di meglio che raffazzonare un “pezzo” facilmente vendibile sul mercato con un metodo infallibile e poco faticoso, quello di mettere insieme una informe poltiglia di antisemitismo mascherato da usuali critiche pseudopacifiste ad Israele. A proposito, l'appoggio che Grillo fa all'Iran di Ahmadinejad in questo stesso senso fa veramente venire i brividi.