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" Menzogne omissive sul New York Times "
Una delle forme più sottili di delegittimazione di Israele, ma anche dell’antisemitismo, come vedremo, è la menzogna omissiva. Raccontando una mezza bugia – o una mezza verità – si ottiene il risultato di impedire la conoscenza esatta, precisa, vera di un avvenimento. Il New York Times, il giornale più influente al mondo, ne è un esempio illuminante. Nel numero del 24 febbraio sorso, l’articolo a tutta pagina 11, nel commentare l’intervento francese nel Mali, sottolinea quanto questo genere di operazioni anti-terrorismo da parte di una paese occidentale provochino la reazione islamica, una giustificazione/spiegazione del perché poi seguono le stragi sul suolo europeo. La pagina è illustrata dall’immagine di Mohammed Merah, che nel marzo dello scorso anno era stato l’autore della strage davanti alla scuola ebraica di Tolosa, uccidendo tre bambini ebrei e un rabbino. Si scoprì successivamente che era stato anche lui ad uccidere tre soldati francesi di stanza in città. E’ la didascalia sotto la foto di Merah a colpire: “Merah, 23 anni, ha ucciso sette persone lo scorso marzo a Tolosa. C’è da aspettare altra violenza come questa”. Veniamo allora all’autore dell’articolo, a sua difesa potrebbe essere poco informato, in buona fede. E invece no, è Steven Erlanger, corrispondente per anni dello stesso NYTimes da Gerusalemme, ora a Parigi, ebreo-israeliano per giunta, quindi uno che la materia la conosce benissimo, anche se le sue corrispondenze erano sempre da catalogare fra quelle particolarmente ostili allo Stato ebraico, in accordo peraltro con la linea del giornale per il quale scrive. Gemello di quel Charles Enderlin, il mai dimenticato corrispondente di France 2, responsabile di avere diffuso il caso del bambino al Dura, una delle più eclatanti menzogne che siano state mai inventate ( vedere i link su IC…)da una televisione europea. Enderlin, come Erlanger, corrispondente da Israele della televisione francese, ebreo di nazionalità anche israeliana, si era bevuta la bufala dell’uccisione del piccolo al Dura fra le braccia del padre da parte dei soldati israeliani, in realtà tutta una messa in scena, come ha poi dimostrato un tribunale parigino, dopo la denuncia di Philippe Karsenty, un coraggioso giornalista francese, ebreo ma di tutt’altra pasta, che aveva denunciato per falso France 2 e vinto la causa. Erlanger, Enderlin, esempi di un giornalismo spazzatura che non solo inganna i lettori, ma si rende corresponsabile di un terrorismo che minaccia non solo gli ebrei e Israele, ma l’intero Occidente. La morale che ne trae il New York Times è che non c’è sufficiente dialogo con i musulmani europei, che pur essendo di seconda o terza generazione, non si sono integrati nelle nostre società. Il sospetto che la mancata integrazione dipenda dalla cultura d’origine, dal rifiuto di accettare i nostri stili di vita, dal perseguire spesso con violenza l’obiettivo di islamizzare l’Europa non sfiora le menti candide dei nostri ‘esperti’. Il risveglio ci sarà, dobbiamo augurarci che non avvenga troppo tardi.
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