domenica 20 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.03.2013 Israele: etiopi, una pseudo-polemica
Cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 marzo 2013
Pagina: 23
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Controllo delle nascite per le immigrate etiopi»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 02/03/2013, a pag.23, con il titolo ''Controllo delle nascite per le immigrate etiopi'', di Davide Frattini. In realtà una peudo-polemica, nata da una interrogazione alla Knesset di una deputata di origine etiope appena eletta. Andava detto, e Frattini doveva ricordarlo, che le condizioni sanitarie in Etiopia erano (e forse sono ancora) a livelli primitivi, per cui una delle prime preoccupazioni dei medici è stata quella di intervenire per garantire la salute dei nuovi immigrati. La deputata di Yesh Atid ha fatto uno scoop che l'ha resa nota in tutto il paese, ma non un buon servizio alla verità. In politica, si sa, tutto il mondo è paese.
Ecco l'articolo:

Yityish Aynaw, 21 anni, Miss Israele 2013, di origine etiope

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — I Bet Israel (Casa d'Israele) hanno sempre pregato di poter «rivedere le colline di Gerusalemme», anche quando vivevano sulle montagne della regione di Gondar. La promessa della Terra Promessa è stata realizzata dalle Operazioni Mosè (1984) e Salomone (1991), quando migliaia di ebrei etiopi vennero imbarcati sugli aerei, portati via dalla carestia e dalla dittatura di Menghistu.
L'immigrazione è continuata, meno massiccia, con un picco tra il 2000 e il 2004. Otto anni fa è arrivata Yityish Titi Aynaw — bambina, orfana — ed è diventata mercoledì la prima Miss Israele nata in Etiopia. Otto anni fa sono arrivate anche le donne che raccontano in un documentario di essere state costrette a lasciarsi iniettare dosi di Depo-Provera, un contraccettivo a lungo termine. Trentacinque di loro parlano davanti alla videocamera di Sebba Reuven e ricordano le pressioni esercitate dai medici nei campi di transito in Africa: «Ci ripetevano "non potete avere troppi bambini", dicevano che sarebbe stato difficile per noi mantenerli in Israele. Così abbiamo accettato la puntura, non avremmo voluto, abbiamo protestato». L'inchiesta trasmessa dal canale educativo israeliano calcola che nell'ultimo decennio la natalità nella comunità etiope sia crollata del 50 per cento.
Yaakov Litzman, viceministro della Sanità, prima ha smentito la pratica, adesso ha istituito una commissione per indagare le denunce, dopo le pressioni di Pnina Tamamu-Shata, avvocato e la prima donna etiope a entrare alla Knesset: è stata eletta a fine gennaio con il partito di Yair Lapid. «Un'intera comunità vuole sapere se i bambini etiopi non sono benvenuti in questo Paese — commenta la neoparlamentare — e se i funzionari hanno sfruttato sistematicamente la fragilità delle donne in attesa di immigrare». Da attivista Tamamu-Shata ha già guidato le proteste dei falasha, quando nel 2006 è stato rivelato che le sacche di sangue donato dagli africani venivano gettate via per paura che fossero contaminate con il virus dell'Hiv.
Le iniezioni del contraccettivo sarebbero andate avanti (vanno ripetute ogni novanta giorni) fino a un mese fa e sono state fermate dopo la messa in onda del documentario. Il direttore generale del ministero ha ordinato ai medici delle organizzazioni pubbliche di «non rinnovare le ricette senza prima essersi assicurati, anche con l'aiuto dei traduttori, che le donne comprendano le implicazioni e le controindicazioni del farmaco».

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT