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" Ritratto di Chuck Hagel, nuovo ministro della difesa americano "
analisi di Stefano Magni
Stefano Magni Chuck Hagel
Al Pentagono è arrivato Chuck Hagel, il più controverso e ideologico fra i ministri nominati da Barack Obama. Israele si prepara ad avere a che fare con un nuovo interlocutore “difficile” (per usare un eufemismo) dopo due segretari alla Difesa, Robert Gates e Leon Panetta, che avevano mantenuto un buon rapporto di partnership militare. Mai nomina era stata più difficile. Hagel, bocciato dal Congresso due settimane fa, è riuscito ad essere confermato solo ad una seconda votazione. Pur essendo un ex senatore repubblicano, ha dovuto passare un muro di diffidenza eretto proprio dai Repubblicani. Il motivo della loro riluttanza? Proprio l’ostilità del neo-ministro nei confronti dello Stato ebraico e la sua malcelata simpatia per la causa iraniana. Basti vedere l’endorsement che Hagel ha incassato da un personaggio quale il reverendo Farrakhan, la più radicale voce dell’Islam sciita negli Usa: “L’America ha bisogno di un uomo al Congresso, che non sia la fotocopia di tutti gli altri. Ha bisogno di un uomo come il Senatore Chuck Hagel diventi il Segretario alla Difesa. Un uomo con una mente come la sua, non farà sì che continuiate a combattere le guerre degli altri. L’America ha bisogno di un uomo al governo che abbia un’opinione diversa, che non sia telecomandato. Se il Senato non lo confermerà come Segretario alla Difesa a causa delle sue idee su Israele, ciò proverà ancora una volta che il Senato e il Congresso in generale sia controllato dalla lobby israeliana. E questo condannerà l’America alla guerra con l’Iran per conto dello Stato di Israele”.
Il rapporto fra Hagel e la lobby filo-iraniana non è un fatto recente. James Inhofe, della commissione affari militari, ha ricordato che: “Nel 2001, (Chuck Hagel, ndr) è stato uno dei due soli senatori che hanno votato contro una legge che autorizzava l’estensione delle sanzioni contro l’Iran. Un anno dopo, ha fatto pressioni sull’amministrazione Bush a sostegno dell’ammissione dell’Iran nella World Trade Organization. Ha votato contro una risoluzione che definiva la Guardia Rivoluzionaria iraniana (un gruppo responsabile della morte di soldati americani in Iraq e Afghanistan) ‘un’organizzazione terroristica’. E, in più di una occasione, si è detto a favore di una trattativa bilaterale fra Usa e Iran, un regime che continua a reprimere il suo stesso popolo, a costruirsi segretamente una sua capacità nucleare, a usare alleati terroristi, compresi Hamas e Hezbollah, per minacciare la sicurezza di Israele e della regione mediorientale”. Sin dal 2002, l’ex senatore è stato invitato a parlare in conferenze ed eventi di raccolta fondi dell’American-Iranian Council, la lobby di Teheran a Washington. E la lobby opposta, quella israeliana, è sempre stata inquadrata nel mirino polemico del nuovo segretario alla Difesa. Alla Rutgers University del New Jersey, nel 2007, tenne un discorso in cui paragonava il Dipartimento di Stato (allora retto da Condoleezza Rice) ad “una costola del governo israeliano”. Stando agli appunti dei presenti (l’incontro era chiuso alla stampa), rimproverò l’amministrazione Bush di essere troppo “pigra”, nel senso di: troppo appiattita sulle posizioni filo-israeliane. Nel 2008, Hagel portò la sua retorica dalle aule universitarie a quella del Senato. E pronunciò un discorso che tuttora gli viene rinfacciato dai suoi oppositori quale esempio lampante del suo anti-sionismo (se non proprio anti-semitismo): “La lobby ebraica intimidisce molta gente qui dentro. Ma io sono un senatore degli Stati Uniti, non un senatore di Israele”. Divenuto presidente dell’Atlantic Council nel 2009, allacciò ulteriori relazioni con tutto il Medio Oriente islamico. Il senatore John McCain, durante la prima audizione al Senato, constatava che l’organizzazione da lui presieduta fosse finanziata (oltre che dai Paesi della Nato), anche da Qatar, Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti. Stati ostili all’Iran… ma anche ad Israele.
Ebbene, costui sarà il nuovo segretario alla Difesa. Assieme a John Kerry, segretario di Stato (e promotore della causa dei Fratelli Musulmani in Egitto), sarà l’uomo di punta della politica estera di questa seconda amministrazione Obama.