Maldive : stuprata dal patrigno, condannata a 100 frustate Scontro di civiltà ? Noooooooo
Testata: La Repubblica Data: 01 marzo 2013 Pagina: 24 Autore: Giampaolo Cadalanu Titolo: «Maldive, frustate dopo lo stupro, sentenza choc su una quindicenne»
Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 01/03/2013, a pag. 24, l'articolo di Giampaolo Cadalanu dal titolo " Maldive, frustate dopo lo stupro, sentenza choc su una quindicenne ".
Oltre le spiagge e l’acqua trasparente, c’è la Sharia intesa nel modo più rigido. Nelle Maldive, paradiso del turista, l’Islam radicale sembra avviato a imporre le regole per tutti. Così può capitare che nell’atollo di Feydhoo una ragazzina ripetutamente violentata dal patrigno sia condannata dal tribunale dei minori a 100 frustate perché durante il processo è saltato fuori che aveva avuto rapporti sessuali con un altro uomo. La ragazza ha quindici anni: per ora deve scontare solo otto mesi di arresti domiciliari, la pena corporale verrà impartita dopo il compimento dei 18 anni, a meno che non sia lei stessa a chiederne l’anticipazione. La legge maldiviana, un misto fra precetti musulmani e common law, proibisce il sesso prematrimoniale ed è applicata con severità. Persino Massood Imad, portavoce del presidente Mohamed Waheed, dopo aver ammesso con la France Presse che la ragazza è più una vittima che una criminale, ha aggiunto che in fondo la punizione non è sbagliata: «Non sarà frustata per provocarle dolore, ma perché provi vergogna, per aver compiuto atti proibiti dalla religione». Il patrigno rischia 25 anni di prigione: è accusato non solo di stupro su minore ma anche di omicidio, perché avrebbe ucciso il bambino generato dalle violenze. Nell’omicidio sarebbe coinvolta anche la madre della giovane, che avrebbe aiutato a nascondere il corpo del bambino, dopo il parto. L’intero caso giudiziario era nato dopo la scoperta del corpicino, malamente seppellito nel cortile. Abbas Faiz, delegato di Amnesty International, ha giudicato «vergognosa» la vicenda: «Le vittime di violenza e abusi sessuali vanno assistite e sostenute, non accusate di altri reati», ha aggiunto, chiedendo al governo maldiviano di far cadere ogni accusa e provvedere invece all’assistenza della giovane. Persino il locale ministero per i Diritti umani e le questioni di genere si è unito alle critiche. Ma gli appelli non sono bastati a convincere la Procura generale, che non ha voluto far cadere l’accusa di “fornicazione”. Nonostante l’arrivo di 700 mila turisti ogni anno sia senz’altro un fattore di scambio culturale con i 300mila abitanti e dunque un elemento di apertura, l’arcipelago dell’Oceano indiano è diventato un bastione delle visioni più conservatrici dell’Islam, sordo anche ai richiami delle Nazioni Unite che chiedevano quanto meno l’abolizione della frusta. Dopo trent’anni di regime autocratico, scandito solo da tentativi di golpe ed elezioni plebiscitarie con un solo candidato, il Paese ha avuto una parentesi democratica con le elezioni del 2008, per poi tornare a una gestione autoritaria e a un nuovo golpe nel 2012.
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