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La Stampa Rassegna Stampa
28.02.2013 Chuck Hagel si insedia al Pentagono
cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 28 febbraio 2013
Pagina: 23
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «A Hagel un Pentagono meno ricco»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 28/02/2013, a pag. 23, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "A Hagel un Pentagono meno ricco".

IC si è già espressa ieri sulla nomina di Chuck Hagel al Pentagono.
Per leggere l'articolo pubblicato sul Corriere della Sera e ripreso da IC di ieri, cliccare sul link sottostante
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=48251


Maurizio Molinari        Chuck Hagel

Chuck Hagel s’insedia al Pentagono in coincidenza con l’arrivo di pesanti tagli al bilancio che preannunciano un mandato tutto in salita. Reduce dalla ratifica della nomina da parte dell’aula del Senato, al termine di una dura battaglia con l’opposizione repubblicana, l’ex senatore del Nebraska si presenta ai dipendenti del ministero della Difesa parlando proprio di cosa avverrà domani: la riduzione automatica di 46 miliardi del bilancio della Difesa. La possibilità di evitarla è remota in assenza di convergenze fra Casa Bianca e Congresso sulla possibile ristrutturazione di 85 miliardi di riduzioni della spesa pubblica concordati nel 2011 - e così Hagel dice ai dipendenti: «I tagli sono una realtà con la quale dobbiamo confrontarci».

Nel farlo, la priorità del neo ministro è «assicurare un giusto trattamento economico per soldati, veterani e famiglie», facilitando il rientro dei soldati dall’Afghanistan, ma ciò significa che la riduzione di risorse colpirà armamenti, assetto strategico e capacità di operare in ogni angolo del Pianeta da parte delle più avanzate forze militari del Pianeta. Un primo indicatore di quanto sta per avvenire viene da Avalon, Australia, dove il generale americano Christopher Bodgan si lancia in una dura requisitoria contro le aziende impegnate a realizzare il super-jet F-35 ovvero un progetto da 396 miliardi di dollari, il più costoso di sempre. «Lockheed Martin e Pratt Whitney – accusa Bodgan, capo del programma F-35 al Pentagono – vogliono risparmiare su ogni centesimo, si comportano come se ogni jet prodotto fosse l’ultimo, non il primo, senza investire su miglioramenti e sviluppo». Il casus belli fra Difesa e Lockheed Martin, titolare della commessa, sono i due incidenti all’F-35 avvenuti negli ultimi mesi (il serbatoio di carburante vulnerabile ai fulmini e le crepe nelle turbina del motore) di fronte ai quali Bodgan si aspettava dalle aziende una reazione che non c’è stata. La tensione è tale che l’F-35 potrebbe finire sotto la scure dei tagli, portando il Pentagono a ridimensionare l’acquisto di 2443 esemplari del super jet previsto nei prossimi decenni.

Ma non è tutto perché la necessità di risparmiare spinge il presidente Barack Obama anche a cancellare la partenza per il Golfo Persico della portaerei Uss Truman, scegliendo così di ridimensionare lo schieramento dell’Us Navy davanti all’Iran a protezione delle rotte petrolifere attraverso gli Stretti di Hormuz. A scagliarsi contro tale decisione è Bob Woodward, il columnist del «Washington Post» già co-autore degli scoop del Watergate, che in un’intervista alla tv «Msnbc» parla di «follia da parte di Obama». «Ve lo immaginate Ronald Reagan bloccare una portaerei durante la Guerra Fredda perché mancava un timbro su un documento finanziario?» si è chiesto Woodward per sottolineare come «un presidente deve essere comandante in capo anche in situazioni di difficoltà economica».

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