Premetto la mia fiducia piena e sincera a Fiamma Nirenstein.
Ho inteso il suo passaggio politico come imposto dall' "abbandono di Israele" proprio da quella parte politica che vorrebbe rifarsi alla Resistenza e alla lotta contro le rinascite e rigurgiti di nazismo e fascismo.
Ma sua visuale delle correnti politiche israeliane e' diversa dalla mia esperienza. Fiamma ha un'intelligenza e conoscenza politica che io non ho.
Mi limitero' percio' a dire la mia esperienza.
Mi devo rifare al 2.003 quando Netanyahu come Ministro delle Finanze opero' una svolta determinata e determinante anche nella societa'.
Ritenne la condotta precedente, in particolare citando lo stesso Ben Gurion, come "politica assistenziale", non in quanto superata da nuove esigenze ma errata nel suo criterio fondamentale. E vi sostitui' un criterio della preferenza primaria assoluta data all'iniziativa finanziaria privata che avrebbe dato il suo apporto positivo alla finanza dello Stato.
A questo criterio subordino' il privato della situazione personale del cittadino che non ha da attendersi dallo Stato una controparte equilibrata del suo apporto quando la sua posizione sociale e' media o bassa. Furono colpite le pensioni dell'assicurazione statale, i bilanci di tutti i Ministeri di attinenza sociale, non solo il minore dell'Assistenza ma anche la Sanita' e l'Istruzione in particolare. Un largo strato sociale ne fu colpito.
Un effetto fu la manifestazione di protesta dei superstiti della Shoah, la cui situazione gia' precaria per molti di essi era stata aggravata dalle restrizioni delle Assicurazioni sociali.
Le grandi inaspettate manifestazioni di protesta sociale nell'estate 2011 furono un effetto (troppo) tardivo del nuovo corso istaurato da Netanyahu. Bisogna dire che tutti i partiti che si associarono a quel Governo ed anche che lo sostituirono adottarono la facile soluzione dell'apparente beneficio del "bene pubblico" assicurato dall'accento sull'economia quanto piu' possibilmente libera. Abraham Burg allora capo del partito laborista si associo' al Governo e a questa sua politica, poi Olmert, Zippi Livni, e ritorno' con maggioranza preponderante al governo Netanyahu. In questi anni mi ero astenuto dal voto : "non possumus" (come nelle attuali elezioni italiane).
Concordo con Fiamma che il risultato delle elezioni prova l'aspirazione profondamente democratica del pubblico israeliano (ignorata dall'opinione pubblica italiana ed europeo, e sono associato all'amareggiamento di Fiamma).
Esprime una sazieta' nei riguardi di una retorica nazionalistica della destra, dell'intrusione di interessi politici di partiti religiosi che degradano anche la considerazione e la dignita' della religione. Non esprime ancora una scelta politica matura, nelle sue diversita' di correnti. Non propone ancora una correzione della distorsione sociale compiuta in modo accentuato negli ultimi anni dalla concezione neo-capitalistica e dalla sua applicazione.
Io credo che l'accento debba essere posto sul risanamento sociale interno. Senza perdere di vista e senza diminuire in nessuna maniera gli altri problemi vitali: l'affrontamento del rapporto con i palestinesi, la partecipazione al lavoro e al servizio militare o civile di tutte le componenti (ultra-ortodossi ed arabi). I problemi di sicurezza sono ugualmente partecipati da tutte le correnti sionistiche, non e' 'la retorica che li rende piu' partecipati.
Nei risultati elettorali nessuna corrente o associazione di correnti assicura in pieno questa costruzione interna. E' questa la mia visuale della situazione, differente da quella di Fiamma che stimo nel suo impegno fattivo per questa societa' di cui mi pare che presto verra' a far parte anche "a tempo pieno" con mia, e non solo mia, grande soddisfazione.
Dan Eliezer
La sua lunga lettera richiederebbe una risposta molto dettagliata, dai problemi che pone. Ne vedremo alcuni. Il passaggio dall'economia socialista a quella neocapitalista con la vittoria del Likud a fine anni '70 fu il risultato della crisi che aveva generato una inflazione non piu' sosteniblile. Questo ha portato indubbi benefici nel campo dell'economia nazionale, e ha anche contribuito al grande cambiamento dei kibbutzim, passati da una situazione semi-fallimentare a quel magnifico esempio di modernità che sono ancora oggi. E' vero cio' che dice sulle condizioni di vita dei sopravvissuti alla Shoah, un argomento che mette tristezza e che tutti i governi hanno sottovalutato. Per il resto ci pare che la sua analisi iniziale sia troppo pessimista, se pensiamo come la conduzione della politica economica sotto la guida di Netanyahu, prima come ministro delle finanze, poi come Premier, abbia tenuto, tutto sommato, Israele fuori dalla crisi che ha colpito le economie dei paesi occidentali. Merito anche del Governatore Stanley Fischer, che pero' si è mosso con l'appoggio del governo.
La politca italiana perde il grande contributo dato da Fiamma Nirensteinn in parlamento, in compenso l'avrete in Israele, dove continuerà a svolgere con passione e intelligenza quanto ha fatto in tutta la sua vita.
IC redazione