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Il Foglio Rassegna Stampa
26.02.2013 Afghanistan: Karzai favorisce i talebani
commento di Daniele Raineri

Testata: Il Foglio
Data: 26 febbraio 2013
Pagina: 1
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Karzai prende a Obama il controllo del ritiro dalla guerra afghana»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 26/02/2013, in prima pagina, l'articolo di Daniele Raineri dal titolo " Karzai prende a Obama il controllo del ritiro dalla guerra afghana ".


Daniele Raineri            Hamid Karzai                      Barack Obama

Roma. Il governo afghano ha vietato alle forze speciali americane di operare ancora in una provincia strategica dell’Afghanistan non lontana dalla capitale Kabul, perché gli abitanti del luogo accusano gli americani e i soldati afghani assieme a loro di violenze e di torture. Il divieto entrerà in vigore entro le prossime due settimane e arriva dall’alto, dal presidente Hamid Karzai. Le accuse dei locali contro le forze speciali americane e soprattutto contro i partner afghani non sono ancora state chiarite e c’è un’indagine in corso, ma hanno a che fare con la sparizione e l’uccisione di almeno dieci persone. Il New York Times ricorda che nel corso della guerra il Pentagono e la Cia hanno creato e addestrato milizie di afghani che non prendono ordini da Kabul e domenica il portavoce di Karzai, Aimal Faizi, ha chiesto che queste “strutture parallele” – così le ha chiamate – siano trasferite sotto il controllo del governo. La cacciata delle forze speciali è un colpo duro contro tutta la strategia americana per la fase successiva al ritiro previsto per il 2014. Washington vuole lasciare un contingente di reparti d’élite nel paese per continuare le operazioni antiterrorismo contro al Qaida e contro i capi talebani, ma non è ancora chiaro come potrà farlo se il presidente Karzai impedisce l’accesso ai soldati americani.
L’America considera la presenza e il lavoro dei suoi operatori una questione strategica: sono state le squadre di stanza a Jalalabad a uccidere Osama bin Laden con un raid oltreconfine in Pakistan nel maggio 2011. La provincia di Maidan Wardak è l’area preferita dai talebani e da al Qaida per organizzare gli attacchi contro Kabul, perché è molto vicina e anche così impervia che non è accessibile con i mezzi da strada, ma soltanto con gli elicotteri. In quella zona i talebani già godevano di una relativa impunità: nella primavera del 2011 gli americani hanno consegnato la base operativa Tangi – nella valle di Tangi, che attraversa tutta la provincia – all’esercito afghano, che l’ha subito abbandonata. In seguito i talebani hanno girato un video con centinaia di combattenti e alcuni leader che vi si radunavano dentro. Insomma, le forze speciali miste americano-afghane erano rimaste la sola forza combattente della Coalizione a poter intervenire sul posto. Ora il divieto appena imposto da Karzai nella provincia allarga ancora il buco già aperto nella fragile architettura di sicurezza dell’Afghanistan.
Tanto da far sospettare ad alcuni che Karzai abbia voluto fare un favore ai talebani, come pegno per un possibile compromesso che arriverebbe dopo il ritiro dei soldati occidentali. I raid delle forze speciali sono temuti dai talebani e da al Qaida e il presidente Karzai ha cominciato a chiedere che fossero sospesi fin dal dicembre 2011, e ha riproposto la questione tutte le volte che ha potuto. Adesso è passato a un approccio “a zona”, creando di fatto una riserva di impunità per i nemici del governo afghano.

L’Afghanistan ammazza i generali

Secondo il settimanale tedesco Spiegel, il mese scorso il consigliere di Obama per Pakistan e Afghanistan, Douglas Lute, ha tenuto un briefing segreto a Bruxelles in cui ha spiegato le reali intenzioni dell’Amministrazione americana in Afghanistan per il dopo 2014. La presenza statunitense sarà molto più ridotta del previsto: al massimo cinquemila uomini per l’addestramento e altri cinquemila per le operazioni speciali di antiterrorismo. Considerato che i piani Nato prevedono la permanenza di un contingente di almeno 15 mila uomini dopo il ritiro, vuol dire che i partner europei dovranno contribuire ancora con molte più truppe di quanto sperassero (e di quanto possono permettersi dal punto di vista politico).
Inoltre ci sarebbe una spartizione netta della responsabilità sul territorio con molta autonomia e per esempio gli americani non faranno più voli Medevac – i voli in elicottero per evacuare i feriti – per tutti, ogni paese dovrà pensare a sé, il che vuol dire altri mezzi e altre spese. Karzai sta prendendo il controllo del ritiro americano dall’Afghanistan approfittando della crisi di leadership militare nella Coalizione. Il comandante John Allen ha appena annunciato il suo ritiro, creando di fatto un vuoto in cui gli afghani hanno subito segnato un punto. L’Afghanistan mangia i generali di Obama: prima di Allen era toccato a David Petraeus, Stanley McChrystal e David McKiernan. Tutti e quattro hanno storie personali diverse, tutti e quattro sono durati poco e non hanno lasciato il segno, poco favoriti da un presidente che fin dall’inizio del suo primo mandato ha imboccato lo scivolo d’uscita.

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