Le notizie che corrono sul web sulla possibile trasformazione di Santa Sofia a istambul, oggi museo, in Moschea, non mi sembra che sia un segno della volontà della Turchia di entrare in Europa.
La vendita di una chiesa luterana in Germania ad un gruppo islamista, mi sembra che sia il segno che i turchi non desiderino integrarsi nel paese che li ospita, ma stiano operando in modo da conservare e preservare la loro etnicità. E' chiaro che se noi vogliamo preservare i nostri valori e la nostra democrazia dobbiamo segnare chiare linee di separazione tra noi e loro, confini di stato compresi. Se così non fosse, vedremmo un domani molti altri deputati eletti nei nostri parlamenti comportarsi come gli arabi eletti alla Knesset, di cui riferite negli articoli di informazione corretta.
Nel dibattito preelettorale si è parlato troppo poco di questi argomenti, e in genere degli argomenti di politica estera... non ci resta che sperare nel soffice manto di neve che ricopre le nostre regioni.
Festeggiando, insieme con voi tutti, la splendida regina Ester...
Xenia Gandini
Occorre distinguere tra stato e religione. Tutti hanno il diritto di poter pregare nel luogo deputato a tale scopo, chiesa, tempio, sinagoga, moschea. Uno stato democratico ha il preciso dovere di garantirlo. Ma gli stati musulmani democratici non sono, solo in base a questa considerazione l'Occidente deve trattare la questione con estrema chiarezza: nessuna reciprocità ha un solo significato. Per questo la Turchia, con piu' di 80 milioni di abitanti, la quasi totalità musulmani, e un governo tutt'altro che democratico, non ha titolo, con queste premesse, a far parte dell'Unione Europea.
IC redazione