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Ugo Volli
Cartoline
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Pensateci, prima di votare 20/02/2013
Pensateci, prima di votare
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici, 

la regola costante di Informazione Corretta è di non mescolarsi alla politica italiana e di limitare il proprio lavoro al Medio Oriente. Però in queste elezioni la posta è troppo grande e ho pensato di raccontarvi il mio ragionamento, non per la pretesa di dare indicazioni a chiunque, ma per chiarire le mie posizioni.  
In primo luogo, sono molto scoraggiato, non saprei davvero per chi votare volentieri: i programmi dei maggiori partiti (di tutti i maggiori partiti, PD, PDL, Monti & Co, Grillo e seguaci) sono tutti più o meno irrealistici. Alcuni si ammantano di demagogia (PDL), altri fanno finta di essere seri, ma promettono sfracelli per favorire il loro presunto elettorato e fanno comunque promesse irrealistiche (PD), altri non sono programmi economici ma raccontano fiabe per bambini, cioè che tutto andrà bene se vincono loro, non ci saranno più infortuni sul lavoro e tutti vivranno felici e contenti (Grillo); altri ancora seguono da molto tempo una politica del doppio binario fra il dire e il fare (Monti). Insomma, se l'Italia fosse il mio condominio non voterei nessuno di costoro come amministratore. 
 
CasaPound Italia
Beppe Grillo                                Casa Pound

Ma la politica non è amministrazione di condomini e non è possibile sottrarsene: non votare è la scelta stupida di lasciare che gli altri decidano per noi. Bisogna comunque scegliere, almeno il meno peggio. Se questa è la logica, bisogna iniziare dal peggio e andare per eliminazione. Io ragiono così. Di Casa Pound e di simili arnesi neofascisti non parlo neanche; immagino che chiunque mi legge nutra lo stesso sentimento di rifiuto totale. Li mettiamo al gradino più basso. Subito dopo, alla mia personale classifica del peggio alle elezioni, metto a pari merito Grillo e Ingroia. Hanno certamente il merito di non richiamarsi esplicitamente al passato regime e dintorni. Ma io sono convinto che se vincessero la democrazia italiana correrebbe dei gravi pericoli. Da un lato abbiamo un partito azienda, il cui marchio è proprietà privata di una società, la cui leadership non è stata scelta da alcun altro se non se stessa, le cui idee sono totalmente confuse e demagogiche, che sfrutta le giuste insofferenze dell'elettorato non per proporre soluzioni di qualche sorta, ma per lanciare slogan del tutto indifferenti alla realtà. Mi ricordo gli spettacoli di Grillo quando propagandava un motore di macchina che andava ad acqua e distruggeva a martellate un computer (sì un computer, simbolo della modernità) a sera. Avrete memoria anche voi delle cordialità fra Grillo e Casa Pound, al momento della presentazione dei simboli; e magari anche della spiegazione assai benevola che diede un anno fa della politica di armamento atomico iraniana, dicendo che “suo suocero” gli assicurava che gli ayatollah erano del tutto pacifici e benevolenti. La distanza da Casa Pound è molto piccola. E lo è anche per quello che Fausto Bertinotti (non Berlusconi) ha definito “partito delle toghe”: Ingroia, di Pietro, i sindaci ex magistrati. Il programma economico, per esempio, consiste nel sequestro dei patrimoni di cui uno non sappia dar conto nei dettagli (per esempio, casa vostra, potete dimostrare oggi a quarant'anni di distanza con che soldi l'avete comprata?). Quello della giustizia è analogo: bisogna condannare tutti quelli che non dimostrano di essere innocenti: manette a go-go. Lo metto sullo stesso piano di Grillo: non a caso in un'inchiesta di una fonte non sospetta come Micromega votano per Ingroia Moni Ovadia, Carlo Formenti, Angelo D'Orsi (http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1178469/Micromega--l-endorsment-di-Travaglio-C---Ingroia-alla-Camera-e-Grillo-al-Senato-.html) e naturalmente anche Vattimo, guida sicurissima per ciò che non bisogna fare (http://temi.repubblica.it/micromega-online/vattimo-un-voto-di-resistenza-antimontiana/). Vale la pena anche di ricordare che Ingroia è appoggiato da sindaci come De Magistris, il cui atteggiamento nei confronti della patetica ultima flottiglia antisraeliana parla da solo. Insomma nella mia classifica entrambi stanno un gradino, ma non di più sopra Casa Pound.
 

Pierluigi Bersani con Nichi Vendola

Ancora un gradino sopra, ma piccolo, c'è per me l'alleanza di ferro fra Bersani e Vendola. Non minacciano la democrazia, insomma, almeno di Bersani mi fido che non la minacci, ma sono sistematicamente nemici di Israele. Vendola e Bindi, la Cgil e la Fiom, d'Alema  e anche quel Ettore Rosato (Pd), componente del Copasir  che avrebbe chiesto giusto ieri, con un'interrogazione urgente a Monti chiarimenti in merito ad una presunta «operazione supersegreta che il servizio segreto israeliano, il Mossad, avrebbe svolto in Italia» , da lui definito con la solita ignoranza della geografia o piuttosto con il solito atteggiamento antisrealiano “servizio di Tel Aviv”, sono nomi sufficienti a spiegare perché dal mio punto di vista sia assolutamente impossibile votare per loro. Prima di fare il vostro segno sulla scheda, chiedetevi se volete d'Alema come ministro degli esteri, e magari Vendola come condizionatore delle politiche di solidarietà e comportatevi di conseguenza. Questa è la mia regola, che mette il loro schieramento solo due gradini sopra i neofascisti.
 

Mario Monti

Un gradino più su metto Monti, che considero un messo dell'Unione Europea. Ma proprio per questo non posso non ricordare quel voto, mai discusso in parlamento e contrario alla politica italiana dichiarata, per ammettere l'Autorità Palestinese come stato osservatore non membro dell'Onu; e dato che lui rappresenta l'UE non posso non rimproverargli la scelta europea di non includere Hezbollah nell'elenco delle organizzazioni terroriste (sostenuto dal governo italiano, cioè da Monti, ho letto su vari giornali stranieri, senza che se ne sia mai parlato da noi) e anche quei contributi a pioggia su qualunque organizzazione si opponga a Israele dentro o fuori dai suoi confini.


Silvio Berlusconi
 
Più su per me viene Berlusconi, che si è sempre comportato come amico di Israele. Non mi importa molto della frase su Mussolini su cui molti si sono stracciati le vesti. Berlusconi era venuto a ricordare la Shoà, ha detto che le leggi razziste erano un crimine, anche se per il resto Mussolini ha fatto buone cose - il che si può dire di chiunque abbia governato un po', anche di quello Stalin che a sinistra piace ancora molto (https://www.facebook.com/notes/ugo-volli/che-simpaticone-stalin-se-lo-racconta-ovadia-la-giusta-stroncatura-di-luca-donin/468941436494881). Semmai trovo indifendibili le sue alleanze, non tanto la Lega che a fianco di indifendibili veri ha anche persone perbene, quanto la Destra di Storace, che classificherei allo stesso livello di intollerabilità di Ingroia e di Grillo. E però alla faccia di tutti quelli che hanno predicato e moraleggiato su Berlusconi, lo considero meno peggio del PD. Non certo il tipo di persona che io gradisco, ma almeno un vero amico di Israele. Avrebbe potuto fare di più per liberalizzare il nostro paese dominato dalle corporazioni, dai sindacati, dai gruppi di interesse; ma comunque non minaccia di peggiorare le cose, alla maniera di Ingroia, Grillo, Vendola e di buona parte del PD. Ma comunque non voterò per lui.

Oscar Giannino
 
Alla fine, devo finalmente confessarlo, voterò per una piccola formazione quelle di Oscar Giannino, anche se non ho gradito affatto l'”errore” o piuttosto l'idiozia da parte del suo leader di attribuirsi il titolo di un master in economia mai davvero ottenuto. E' un bruttissimo momento, sul piano politico come su quello economico e sociale. La tentazione di tornare alle vecchie ricette del secolo scorso, quell'intervento statale che accomuna fascismo e comunismo, quella compressione dei diritti individuali, economici come politici, che è in atto senza che nessuno protesti (per esempio nell'organizzazione dell'Europa, che dovrebbe preoccuparci tantissimo, ma su questo tornerò in una prossima cartolina): tutto questo che si prenda posizione, com'è necessario difendere Israele dal ruolo di capro espiatorio che gli attribuiscono Obama e l'Europa e così tutta la sinistra italiana. Dato che un voto è un messaggio, questo è il mio messaggio: per la libertà politica e economica, per Israele, per la sopravvivenza di un Occidente assediato e sempre più propenso al suicidio. Pensateci anche voi, non fate scattare i soliti riflessi di appartenenza secondo il tifo calcistico: che messaggio volete mandare con il vostro voto? Che politiche volete rafforzare? Chi volete che gestisca ciò che è il fuoco di interesse di queste pagine, la politica mediorientale? Pensateci, prima di decidere.
Ugo Volli

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